in basso a sinistra: M. Roijc
Tocchi di colore diluito, brillante, dall'effetto vetroso, si dispongono come in un'immagine caleidoscopica a far rivivere sul foglio il pietrame variopinto che affiora dall'intonaco scrostato della facciata di un'abitazione. Se ne vedono l'ingresso ad arco con i battenti in legno chiusi, una finestra con grata, un'elegante bifora in pietra che incornicia i telai di due finestre con i vetri rotti; l'unica imposta rimasta pencola. Se non fosse per i vasi di coccio fioriti d'azzurro che abbelliscono il davanzale, l'edificio sembrerebbe non più abitato, o almeno in parte dismesso.
L'artista Melita Roijc coglie un particolare vero e dismesso di una casa del borgo sorto intorno al castello di Gorizia, isolandolo nella luce e confinandolo nel silenzio. Pochi edifici del borgo sono sopravvissuti ai bombardamenti del primo conflitto mondiale e al successivo abbattimento di quanto era rimasto. Fortunatamente è ancora esistente l'edificio raffigurato nell'acquerello che risale al XVI secolo ed è noto come Casa Panizzolo, appartenuto alla famiglia Morassi tra gli anni Venti e Trenta, poi passato all'Amministrazione della Provincia e facente oggi parte di una delle sedi dei Musei Provinciali. Per quanto l'opera possa testimoniare realtà cittadine mutate nel tempo, l'intento della pittrice è quello di offrire uno sguardo affettuoso al particolare di una casa, di un edificio o di una via urbana, dove ogni elemento è visto come una presenza familiare e rassicurante, tramite tocchi di colore diluito, brillante, dall'effetto vetroso.
Brazza S., Schede, in Paesaggi e vedute, Gorizia/ Torino 2003