in basso a sinistra, all'interno di un cerchio: THL
All’interno di una stanza, una donna seduta e colta di spalle è intenta a sistemarsi il corsetto. Indossa sotto una camicetta bianca smanicata e un’ampia gonna bianca. I capelli castani sono raccolti in uno chignon. È intenta a mirarsi in uno specchio rettangolare poggiato su una consolle al cui lato sinistro sono presenti due flaconi in vetro con tappo tondo. Alla sua destra è seduto un uomo elegantemente vestito con un copricapo a tuba che pare stia osservandola. Alle spalle dell’uomo vi è un paravento verde.
Henri de Toulouse-Lautrec, introdotto alla pittura dall’amico di famiglia René Princeteau, spera di poter ottenere l’ammissione all’École des Beaux-Arts quando si trasferisce a Parigi nel 1882, ma poi si ritrova a frequentare gli studi prima di Léon Bonnat e poi di Fernand Cormon. Qui incontrerà giovani artisti, tra cui Van Gogh, che alimenteranno il suo desiderio di esprimersi con un’arte più libera rispetto a quella accademica. Mentre frequenta l’atelier di Cormon, Toulouse si mantiene disegnando illustrazioni per alcune riviste, quali “Le Courrier Français” e “Le Mirliton” che lo avvicinano al mondo di Montmartre. Questo ambiente lo porterà a frequentare case d’appuntamento e prostitute, spesso raffigurate nelle sue produzioni artistiche, come si può osservare anche nel bozzetto di Palazzo de Nordis. Il disegno ha alcune affinità con una stampa facente parte di una serie di undici litografie eseguite nel 1896 dal titolo “Elles”, in cui vengono rappresentate delle scene di prostitute nella loro quotidianità all’interno di un bordello. Si tratta di illustrazioni in cui si mettono in luce aspetti di assoluta intimità, in cui le giovani donne vengono ritratte mentre si spogliano, attendono i clienti o si sottopongono a visite mediche (C. Lloyd, “L’arte del disegno. Gli impressionisti e i postimpressionisti”, Giulio Einaudi editore, Torino, 2020, pp. 266-267). Qui l’aspetto originale sta nella presenza di un uomo all’interno della scena, unico esempio all’interno della serie. Questa figura sottolinea la volontà di Toulouse di mostrare, attraverso lo sguardo assente dell’uomo, la distanza psicologica tra questi e la prostituta, come a voler cristallizzare una scena in cui non vi è nessun coinvolgimento emotivo e tanto meno erotico. (“La Collezione della famiglia De Martiis a Cividale del Friuli”, a cura di S. Cecchetto – C. Beltrami, scheda, Cividale del Friuli, 2019, p. 190). Se andiamo ad osservare il disegno della collezione De Martiis e la traduzione a stampa nelle versioni ad esempio conservate al Moma di New York o al Van Gogh Museum di Amsterdam vediamo delle notevoli differenze compositive e formali. L’ambientazione differisce nella descrizione dell’interno del boudoir dove, nella stampa litografica, notiamo la presenza di un sofà sul quale la donna poggia il ginocchio sinistro, un piccolo quadro raffigurante un satiro e una ninfa, un grande specchio inclinato a parete. Nel bozzetto cividalese la prostituta pare seduta, anche se non vi è sedia sulla quale dovrebbe essere posata, e si riflette su uno specchio poggiante su una consolle ove sono presenti a sinistra due flaconi di profumo. Alle spalle dell’uomo accanto a lei vi è un paravento. La posa della prostituta è pressoché identica in entrambe le versioni, anche se nel bozzetto della collezione De Martiis notiamo come il seno della donna trasbordi dal corsetto. La figura dell’uomo, più goffa e ancor più abbozzata rispetto alla versione litografica, differisce per l’assenza della cravatta annodata a fiocco e per la mancata presenza del bastone da passeggio. Anche il volto e l’espressione sono molto diversi, quasi una maschera nel bozzetto, caricaturale nella litografia. Pare che esistano altri bozzetti preparatori per questa stampa litografica, che però non sono stati rinvenuti (cfr. “La Collezione della famiglia De Martiis a Cividale del Friuli”, a cura di S. Cecchetto – C. Beltrami, scheda, Cividale del Friuli, 2019, p. 189). Questo bozzetto, come quello della scheda D 9613, presenta lo stesso supporto di cartone con un secondo strato di bianco di titanio (D. Cisilino - L. Fogar - M.C. Olivieri – D. Bussolari – A. Princivalle, “Ragioni e risultati di una campagna diagnostica”, in “La Collezione della famiglia De Martiis a Cividale del Friuli”, a cura di S. Cecchetto – C. Beltrami, Cividale del Friuli, 2019, pp. 219-221). Anche dal punto di vista stilistico, l’utilizzo del tratteggio e delle lumeggiature sono molto simili in entrambi i casi, come il segno verticale che funge da elemento di sfondo. Da un confronto tra i due bozzetti possiamo asserire che siano stati eseguiti da stessa mano.
Cisilino D./ Fogar L./ Olivieri M.C./ Bussolari D./ Princivalle A., Ragioni e risultati di una campagna diagnostica, in La collezione famiglia De Martiis a Cividale del Friuli, Cividale del Friuli (UD) 2020
Collezione Famiglia De Martiis Cividale, La collezione famiglia De Martiis a Cividale del Friuli, Cividale del Friuli (UD) 2020
Lloyd C., L’arte del disegno. Gli impressionisti e i postimpressionisti, Torino 2020