foglio di supporto, verso, margine destro, in alto: 13
foglio di supporto, verso, lungo margine destro: N. 32 [sigla indecifrabile]
foglio di supporto, verso, angolo inferiore destro: 42
Il disegno raffigura una veduta con rovine antiche: sull'altura in secondo piano si erge un un tempio a pianta centrale ispirato a quello di Vesta a Roma, dietro il quale se ne scorge un secondo con frontone. In primo piano sulla destra sono accampati, al riparo di un costone roccioso, uomini e donne impegnati in vario modo. Un uomo è intento a mescolare il contenuto di un pentolone sospeso a un treppiede sopra il fuoco, altri personaggi, tra i quali una donna con un bambino tra le braccia, vi si affollano intorno per scaldarsi. Un uomo assistito da un ragazzo sta grattugiando qualcosa sopra un ripiano roccioso. Ai due si avvicina una donna con un grande vassoio e un'altra è in piedi sullo sfondo della parete rocciosa. A quest'ultima è appesa della selvaggina, mentre su una sporgenza sono appoggiati dei fiaschi e più sotto vi è addossata una botte. Altri contenitori, due fucili e una bisaccia sono appoggiati sul ripiano di roccia a destra, sopra il quale è accucciato un cane. Un altro cane affianca la vedetta armata in piedi sopra lo sperone roccioso. Il tema è stato interpretato come un bivacco di briganti.
Secondo la critica il disegno di Chiarottini fu tradotto in affresco da Giuseppe Mattioni nei primi anni dell'Ottocento nella decorazione di villa Bartolini Caimo-Dragoni Florio a Buttrio.
Schiavon A., Francesco Chiarottini grafico. "L'ultimo fra i friulani artisti meritevoli di esser ricordati"., Udine 2013
De Grassi M., Francesco Chiarottini. 1748-1796, Monfalcone (GO) 1996
De Grassi M., Francesco Chiarottini scenografo e decoratore, in Ottocento di frontiera. Gorizia 1780-1850. Arte e cultura, Milano 1995