in basso a destra: Savinio
La tempera, firmata in basso a destra, è stata identificata sempre come Leopardessa, ma in realtà l'immagine è frutto di una più complessa metamorfosi, perchè presenta corpo di un ovino, con il velo maculato come la pelliccia di un leopardo, in analogia con l'Ariete di Siracusa, un'altra tempera dell'artista del 1949, di collezione privata (Vivarelli 1996). Nel catalogo della mostra del 1967 sulle opere della collezione di Maria Savinio il volto femminile della Leopardessa è identificato con quello di Matilde Forti (1884-1961), moglie dello storico di origine ebraica Giorgio Castelfranco (1896-1978), che aveva conosciuto i fratelli de Chirico negli anni Venti e ne era divenuto amico, protettore e promotore. Indubbiamente una certa affinità fisiognomica si può riscontrare tra il disegno di Udine e il giovanile Ritratto di Matilde Forti, eseguito nel 1921 da Giorgio de Chirico e conservato a Firenze nel Museo Casa Rodolfo Siviero (cfr. www.museocasasiviero.it/ww4_siviero/catalogo.page?docId=20308). Savinio considerava questi disegni di animali con teste umane, dei veri e propri ritratti, nei quali faceva emergere le caratteristiche caratteriali e i difetti dei personaggi effigiati.
Bergamini G./ Reale I., La Collezione Astaldi Capolavori italiani del Novecento, Milano 1998
Vivarelli P., Alberto Savinio: catalogo generale, Milano 1996
Bentivoglio M., La Collezione Astaldi, Roma 1971
Bucarelli P., Alberto Savinio Opere della collezione Maria Savinio, Roma 1967
Vivarelli P., Alberto Savinio: catalogo generale, Milano 1996