in alto sulla parete di fondo: CLARIORES PICOLOMINEI D. LVNARUM SPLENDORES
retro della tela di supporto, in alto al centro: ILL.MO DÑO/ D.C. FRANC.O PICOLOM. A MOD.LA
retro della tela di supporto, in basso a sinistra: Dominic. Cra. (?) Venet. delin.
retro della tela di supporto, in basso a destra: INSPRUCH./ Vinc.s Pinelli.
La tempera raffigura una sorta di Allegoria dei due esponenti più illustri della famiglia Piccolomini cioè Enea Silvio Piccolomini (Corsignano 1405 – Ancona 1464) che fu papa con il nome di Pio II dal 1458 al 1464, e Francesco Nanni Todeschini Piccolomini (Sarteano 1439 – Roma 1503), nipote di Pio II, che fu papa con il nome di Pio III dal 22 settembre al 18 ottobre del 1503. La scena è ambientata in una grande sala abbellita da colonne con capitello corinzio addossate alla parete che reggono una trabeazione. Al centro sotto un baldacchino sono assisi in trono i due pontefici Piccolomini, Pio II e Pio III, e attorno a loro sono seduti su tre file di scranni circolari cardinali porporati, vescovi con mitria e pastorale, cavalieri d'armi con cimiero piumato e armatura, dottori universitari in veste e cappello nero, e altri in veste rossa e cappello nero. Sulla parete di fondo, ricoperta da una tappezzeria damascata, si staglia al centro lo stemma pontificio dei due papi Piccolomini e la scritta celebrativa "Clariores Picolominei d. lunarum splendores" che esalta i due più illustri esponenti della famiglia Piccolomini, signori delle mezzalune, elemento iconografico caratterizzante lo stemma famigliare. Al centro della sala un dottore è seduto ad un tavolo ed è intento a scrivere.
La tempera, databile sotto il profilo stilistico nella seconda metà del Settecento, raffigura una sorta di Allegoria celebrativa dei due papi esponenti della famiglia Piccolomini, cioè Enea Silvio Piccolomini (Corsignano 1405 – Ancona 1464), papa con il nome di Pio II dal 1458 al 1464, e suo nipote Francesco Nanni Todeschini Piccolomini (Sarteano 1439 – Roma 1503), papa con il nome di Pio III dal 22 settembre al 18 ottobre del 1503. Infatti sul tavolo posto al centro della composizione dove si vede un dottore intento a scrivere, ci sono una bolla papale e una lettera che riportano la prima il nome di Pio II e la seconda quello di Pio III. Sulla parete di fondo, sopra lo stemma dei Piccolomini, c'è un dipinto che raffigura probabilmente una disputa tra frati francescani, con il saio marrone, domenicani con il saio bianco e nero, agostiniani con quello nero e probabilmente benedettini con la veste bianca e cotta scura. Sul verso la scritta "ILL.MO DÑO/ D.C. FRANC.O PICOLOM. A MOD.LA" si riferisce probabilmente all'erudito Francesco Maria Piccolomini del ramo di Modanella (1741-1772), che fu vescovo di Pienza e generale dei Gesuiti (cfr. Spreti 1981). Sempre su verso compaiono altre due scritte, a sinistra "Dominic. Cra. (?) Venet. delin." e a destra "INSPRUCH./ Vinc.s Pinelli" che, presumibilmente, vanno interpretate come il nome del disegnatore, del luogo di edizione, Innsbruch, e dell'editore di una incisione raffigurante la composizione in esame e commissionata da Francesco Maria Piccolomini di Modanella o a lui dedicata, di cui questa tempera potrebbe essere una copia o una derivazione. Si tratta solo di un'ipotesi, dato che finora non sono emerse notizie su una stampa di tale soggetto, ma comunque la nostra opera è databile nella seconda metà del '700, forse ancora entro gli anni Settanta del secolo, per il collegamento con la figura di Francesco Maria Piccolomini, morto nel 1772. Non sono finora emersi documenti che attestino quando la tempera entrò a far parte della collezione piccolominea della Biblioteca Civica, ma certamente questo avvenne prima del 1850-51/ 1857 quando l'allora bibliotecario Giuseppe de Lugnani la menziona in modo assai sintetico nel suo "Catalogo dei manoscritti delle sezioni Petrarchesca e Piccolominea", all'interno di quella che lui chiama "Miscellanea figurata appartenente alla II sezione sezione Piccolominea" (PETR Ms. I 92). In seguito (1862) è Francesco de Fiori, succeduto al de Lugnani nella direzione della Biblioteca, che la cita in un volume che raccoglie studi e documenti su Pio II, definendola "Pittura su carta stesa su tela rappresentante due Sommi Pontefici seduti su trono, circondati da due file di cardinali, dottori e secolari" (De Fiori 1862, cfr. anche Nodari 2005).
Nodari F., La sezione iconografica della raccolta petrarchesca piccolominea della Biblioteca civica "A. Hortis" di Trieste, in Le collezioni del Museo petrarchesco piccolomineo nella Biblioteca "A. Hortis" di Trieste, Firenze 2005
De Fiori F., Dalle raccolte rossettiane di cose del Papa Pio II, in Documenti raccolti e pubblicati in occasione di collocazione di busti enei sulla facciata del Duomo di Trieste in onore di Enea Silvio Piccolomini Vescovo di Trieste poi Papa Pio II di Andrea Rapicio Vescovo di Trieste, consigliere imperiale e di Rin, Trieste 1862
Spreti V., Enciclopedia storico – nobiliare italiana, Bologna 1981, 9