disegno, Bosa Francesco, XIX

Oggetto
disegno
Soggetto
ritratto d'uomo: Francesco Petrarca
Autore
Bosa Francesco (1803/ 1870)
Cronologia
1826 - 1827 ca.
Materia e tecnica
carta bianca/ penna, acquerello seppia
Misure
mm - altezza 336, larghezza 239
Codice scheda
D_4622
Collocazione
Trieste (TS)
Biblioteca civica Attilio Hortis
Biblioteca civica A. Hortis. Museo petrarchesco piccolomineo
Iscrizioni

Il Petrarca è colto a mezzo busto di profilo destro secondo l'iconografia laurenziana da cui si discosta un pò per la mancanza della corona d'alloro e l'aggiunta del ciuffo di capelli che fuoriesce da sotto la cappa.

Come documenta la scritta autografa di Domenico Rossetti in calce al disegno, l'acquerello è una copia tratta da un Ritratto di Francesco Petrarca, opera di Anonimo dipinta ad olio su rame che, quando fu tratto il disegno, si trovava a Venezia in casa di Pietro Bettio (1769-1846), vice-custode della Biblioteca Marciana dal 1794 e bibliotecario dal 1819. Il foglio è forse da identificare con il n. 769 dell'Inventario e estimo della Libreria relitta dal defunto Dr. Domenico de Rossetti, redatto da Giovanni Enrico Schubart e da Gaetano Merlato nel 1842-1843 (PETR. Ms I 76) dove si legge: "Disegno in inchiostro della china. Petrarca con cappa ma senza Laurea", anche se la definizione è per la verità alquanto generica (sulla poca accuratezza nelle descrizioni della sezione iconografica nell'Inventario cfr. Nodari 2005). Il nome dell'autore dell'acquerello si ricava da una nota manoscritta di Domenico Rossetti conservata al Museo petrarchesco piccolomineo (BCTS, PETR. Ms I 96), nella quale l'erudito menziona alcuni ritratti di Petrarca conservati a Bassano e Venezia tra cui anche quello di proprietà di Pietro Bettio e afferma di aver ordinato al Bosa (Francesco) le copie e di averle avute: "[...] Ritratto dell'Ab. Bettio. ordinata la copia al Bosa avute". Quindi il disegno in esame è di Francesco Bosa, figlio di Antonio, che già nel 1820-1822 aveva eseguito per Rossetti un'altra copia, questa volta da un doppio Ritratto di Petrarca e Laura in quel tempo in collezione Manfrin a Venezia (cfr. scheda OA 51446). Il foglio presenta la numerazione rossettiana "N.° 173" perciò deve essere entrato a far parte della collezione di Rossetti nel 1827, dato che è documentato che nel giugno di quell'anno l'erudito venne in possesso di due disegni di Francesco Pieraccini che hanno una numerazione molto vicina a questo in esame, cioè N.° 175 e 176 (cfr. Nodari 2005 e schede OA 51424 e 51436). Dello stesso autore è un altro disegno con un Ritratto di Petrarca, che presenta la numerazione rossettiana contigua a questo, cioè il N.° 172 e perciò deve essere stato eseguito nello stesso torno di tempo (cfr. scheda D 4623).

BIBLIOGRAFIA

Nodari F., La sezione iconografica della raccolta petrarchesca piccolominea della Biblioteca civica "A. Hortis" di Trieste, in Le collezioni del Museo petrarchesco piccolomineo nella Biblioteca "A. Hortis" di Trieste, Firenze 2005