Ritratto di santa a mezzo busto frontale con testa leggermente reclinata verso destra e con sguardo rivolto in l'alto. Ha lunghi capelli castani acconciati con un filo di perle e pendente che ricade sulla fronte. Indossa una veste rosa e un manto arancio. Con la mano sinistra sorregge un piattino su cui sono appoggiati due bulbi oculari. Lo sfondo indefinito è blu scuro.
La fonte primaria della vita di Francesco Pavona, nato probabilmente nel 1692 a Udine, è costituita dalla biografia dedicatagli da Pietro Guarienti nelle aggiunte all’Abecedario pittorico di Pellegrino Antonio Orlandi (Venezia 1753, p. 197): «nato nel Friuli, mostrando inclinazione per la pittura, fu mandato a Bologna munito di forti raccomandazioni, presso i nobili Sig. Caprara, che alla scuola il mandarono del celebre Gian Giuseppe dal Sole. Ivi oltre il dipinger istorie, dilettandosi di far ritratti a pastello, fece tale avanzamento, che percorsane la notizia a Genova fu colà chiamato per fare i ritratti di molti Cavalieri e Dame». Tra i primi lavori dell'artista, oltre i due deboli ovali a pastello dei Civici Musei di Udine (La Galleria d'Arte 2003, pp. 132-133), vi è l'importante pala con l'Assunta dipinta verso il 1714 per il santuario della Madonna di San Luca di Bologna che Renato Roli (1978, pp. 362-365) faceva conoscere assieme ad alcuni ritratti a pastello considerati «deliziose espressioni di un emulo di Rosalba, ma convinto di una cignanesca "grazia" e di una crespiana affabilità naturale. I grandi occhi sgranati di queste figure ci danno in parte la chiave del successo di Pavona come ritrattista». Come ricordava Guarienti (1753, p. 197), l'artista da Bologna si trasferì a Genova e, nel 1735, a Lisbona dove «essendo stato introdotto nelle Case de' Grandi, ebbe occasione di mostrare il suo spirito e sapere, dipingendo a oglio nelle principali Chiese di quella Città. Ma piacendo universalmente i suoi ritratti a pastello, fu obbligato a farne molti per varie Dame, e per i Principi e Principesse di quella Real Corte». Attorno al 1739 si recò a Madrid per rientrare l'anno dopo in Italia, stabilendosi prima a Venezia e poi a Bologna. Rodolfo Pallucchini (1995, p. 283) osservava che nel soggiorno veneziano della prima metà degli anni Quaranta «Pavona si sia riavvicinato ai modi della Carriera, che trovavano facile consenso nel pubblico ed abbia eseguito quella serie di "Teste di santi" a pastello del Museo Provinciale di Gorizia e della collezione Leventzow-Lantieri». Negli anni Cinquanta Francesco Pavona fu a Dresda al servizio di Augusto III di Polonia, concludendo il soggiorno nel 1760 quando rientrò in Italia e, dopo una breve permanenza a Parma e a Reggio Emilia, si stabilì a Venezia. Nel gennaio 1763 l'artista fu accolto all'Accademia veneziana ottenendo, nello stesso anno, l'incarico di dipingere il Ritratto del doge Alvise IV Mocenigo (Venezia, Museo Correr), allora in carica, un onore che conferma la fama raggiunta dal pittore friulano. Francesco Pavona si spense a Venezia nel 1773. (DELNERI 2007, p. 66)
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