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in basso a sinistra: CASA A TORINO
in basso al centro: PRIMO PIANO
in basso a destra: R. D'Aronco
in alto a sinistra: 9
Veduta prospettics e planimetria del primo piano di casa dall’impianto irregolare sviluppata su tre livelli. Il fronte principale a capanna, delimitato da pilastri e fiancheggiato da due ali asimmetriche, una delle quali contraddistinta da un bow-window, presenta tre balconcini sovrapposti a delle finestrature quadripartite; mentre in corrispondenza del piano mansarda vi sono quattro finestre con serramenti a griglia riparate dalla linda sporgente della copertura. Sul fianco destro, invece, si sviluppa in altezza un alto corpo timpanato.
Il disegno, raffigurante la seconda versione della facciata, fa parte di un cospicuo nucleo di progetti realizzato a partire dal 1903 da Raimondo D’Aronco per la casa di famiglia a Torino, tuttora esistente. In relazione a ciò, va ricordato che per la costruzione dell’edificio, oltre all’acquisto del terreno in corso Sclopis nel 1902 da parte della moglie Rita Javelli, D’Aronco, essendo impegnato in Turchia, si appoggia all’amico Annibale Rigotti (1879-1968) e all’ingegnere Enrico Bonelli, dato testimoniato dalle numerose lettere autografe pervenuteci. Si riporta a titolo esemplificativo un passaggio di una missiva spedita a Bonelli il 15 marzo 1903: "Io la ringrazio […] della sua offerta di occuparsi della mia casa che non sarà certo la cosa geniale che lei si attende ma che comunque non potrei far eseguire se non avessi come ho in Lei una persona completamente fidata". Il cantiere si rivela particolarmente laborioso, tanto che nel 1906 la casa non risulta ancora ultimata. Difatti, l’architetto si lamenta dei tempi lunghi di esecuzione in una lettera inviata a Rigotti il 20 agosto 1905: "Nella mia ultima di due giorni addietro ti dicevo di prendere d’accordo coll’Ing. Bonelli le decisioni necessarie per le finestre e per le persiane rotabili. […] Siamo alla fine di agosto: i disegni delle finestre erano preparati in aprile e quando aspettiamo a definire questa questione? Se per ogni lavoro che si deve fare ci vorranno quattro mesi la mia casa sarà finita fra un secolo". Dal punto di vista planimetrico, gli ambienti sono organizzati sulla base di una hall che funge da nucleo distributivo; soluzione di estrazione ottomana ampiamente adottata per le case progettate in Turchia. Per quanto concerne, invece, la decorazione, il fronte principale non ostenta un opulento apparato ornamentale, fatta eccezione per i balconcini in stile Art Nouveau. La scelta di privilegiare il nitore delle superfici architettoniche è dettata sia da problemi di natura finanziaria sia dalle decisioni imposte da Rita Javelli; aspetto confermato da una missiva datata 13 luglio 1903, nella quale D’Aronco esprime un giudizio circa la facciata: "potrà forse essere un po’ migliorata quando mi occuperò dei particolari di esecuzione. Resterà però sempre semplice, senza materiali costosi e senza decorazioni costose perché così essa la vuole mia moglie".
Barillari D., Un architetto cosmopolita in patria: l'attività di Raimondo D'Aronco in Friuli, in Un architetto cosmopolita in patria. Raimondo D'Aronco in Friuli, Udine 2022
Albanese R. / Reale I., Raimondo D'Aronco. La casa dell'architetto. Idee e progetti per casa D'Aronco a Torino, 1903-1906, Udine 2007
Freni V./ Varnier C., Raimondo D'Aronco. L'opera completa, Padova 1983
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Quargnal E./ Pozzetto M., D'Aronco Architetto, Milano 1982
Rigotti G., Raimondo D'Aronco e Annibale Rigotti, in Atti del Congresso Internazionale di Studi su «Raimondo D'Aronco e il suo tempo». 1/3 giugno 1981, Udine 1982