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in basso al centro: NUOVA FRONTE DEL CIMITERO DI MANTOVA...
in basso al centro: SCALA DI 1 A 100
in alto a destra: APE
in alto a destra: TAV. 4.
al centro della parte superiore della facciata: QUI CREDIT IN ME ETIAM SI MORTUS FUERIT VIVET
facciata, a sinistra; a destra: LA MORTE CONTRISTA / CHI NON HA SPERANZA // SI BENEDICE AL NOME / DI CHI VISSE BENEFACENDO
verso, in alto a sinistra: Cimetero Mantova
verso, in alto a sinistra: 3
Prospetto principale di cimitero costituito da un corpo centrale racchiuso entro un timpano triangolare ospitante sei ingressi arcuati digradanti e un mosaico di soggetto sacro nella parte terminale. Ai lati due strutture ad obelisco coronate da un motivo cruciforme, dietro alle quali si sviluppano due basse ali con tetto a spiovente concluse da un padiglione cupolato.
Raimondo D’Aronco partecipa con il motto "APE" ad un concorso bandito il 17 agosto 1903 per il complesso cimiteriale di Mantova, del cui progetto si conservano ventotto disegni. Tuttavia, nell’ottobre 1903 viene proclamato vincitore il milanese Ernesto Pirovano (1866-1934) e le tavole presentate vengono esposte l’anno seguente a palazzo Te. In relazione a quest’esposizione, risulta particolarmente degno di nota il giudizio di Torquato Broglio, critico della Gazzetta di Mantova: "il tentativo del nuovo dimostra nell’autore l’insofferenza per le vecchie forme e un immenso desiderio di trovare un’architettura nuova, capace di dare nuove e più gradite impressioni; l’abbandono di convenzioni e di formule per un genere d’arte che non esiste, ma che attraverso ansie, smanie e ricerche infinite, potrà un giorno uscire dalla nebbia che lo avvolge per brillare con una fisionomia propria, originale, indica l’uomo di forte ingegno e di ferma volontà". Venuto a conoscenza dell’esito, D’Aronco non si trattiene dall’esprimere il suo aspro parere, spedendo una missiva all’amico Annibale Rigotti (1879-1968) il 28 aprile 1904: "Da un amico di Udine ebbi il seguito della Gazzetta di Mantova e conosco quindi il risultato del concorso. Io sono tutto fiero della splendida riuscita, del mio, riuscita che tu senza dubbio mi devi invidiare. Infatti esso è stato posto fra i lavori dei deficienti fra quelli che neanche si nominano mentre il tuo è fra i possibili. Ciò mentre è occasione di vero orgoglio per me, per te deve essere causa di grande e vera umiliazione". Per quanto concerne, invece, il linguaggio architettonico, oltre all’impostazione geometrica della composizione, imperniata sullo schema del triangolo, il dilatato prospetto a capanna riporta alla mente la facciata della romanica basilica di Sant’Ambrogio a Milano; mentre le cupole ogivali dei padiglioni laterali e alcuni motivi ornamentali stabiliscono una diretta relazione con l’architettura orientale, conosciuta da D’Aronco durante il soggiorno in Turchia (1893-1909).
Barillari D., Raimondo D'Aronco, Roma-Bari 1995
Freni V./ Varnier C., Raimondo D'Aronco. L'opera completa, Padova 1983
Nicoletti M./ Rigotti G./ Quargnal E., Raimondo D'Aronco. Lettere di un architetto, Udine 1982
Quargnal E./ Pozzetto M., D'Aronco Architetto, Milano 1982
Rigotti G., Raimondo D'Aronco e Annibale Rigotti, in Atti del Congresso Internazionale di Studi su «Raimondo D'Aronco e il suo tempo». 1/3 giugno 1981, Udine 1982