legenda di sinistra: A. Torre triangolare fatta da Marco Manlio Accidino / rifatta da Giulio Cesare C. Flaminio / [...] / Z Roia che entra ne le fosse et circonda la Citta vecchia.
legenda di destra: Agl' Ill.mi Sig.ri miei SS.ri Pi.oni Col.mi/ LI SIG.ri GEROLAMO BARTHOLVCCI D.r, FILIPPO CAIMO D.r, / CARLO LOCADELLO, GIO: GIOSEFFO SBRVGLIO, LVCRETIO / PALLADIO,LIONARDO TRITONIO, ET GIOVANNI TONELLI / DEPVTATI DELLA CITTA' DI VDINE / havendo io presentito che il q. Nob: et Ecc.mo sig.r Henrico Palladio Medico Fisico di gloriosa / memoria con fondamenti più certi nella compositione delle sue virtuosissime Historie, formasse tre dissegni dell'antica Nostra Citta, lo ho hauuti sotto l'occhio, e fattane / la presente copia pontuale, e diligente,la dedico a VV. SS.rie Ill.me, Supplicandole / Vdine primo Agosto 1668 / Di VV. SS.rie Ill.me / Humiliss.mo, Devotiss.mo, Obl.mo S.re, e Concittadin / Gio. Lunardo Carlevarijs.
angolo inferiore destro: 267 E […]
Le tre vedute prospettiche della città di Udine - non estranee a idealizzazione e approssimazioni - costituiscono una sorta di trittico e rappresentano la metamorfosi urbana scandita da tre momenti: da sinistra, il più antico, con il nucleo originario del castrum; al centro, il castello medievale e la seconda cinta muraria; infine un'immagine del colle vista da est, che comprende anche il laghetto sito in corrispondenza dell'attuale piazza I Maggio.
Il trittico di vedute cittadine - accompagnato da due putti che reggono lo stemma di Udine - venne trafugato dagli Austriaci durante la Prima Guerra Mondiale. Acquistato da un antiquario udinese a un'asta a Vienna, nel 1956 è stato infine riacquisito dai Musei Civici. Il foglio - sofferente e di dimensioni ragguardevoli - mostra lo sviluppo urbano della città, non senza qualche approssimazione. La sequenza parte da sinistra, con la torre triangolare che avrebbe costituito il nucleo originario del Castrum Utini; prosegue con una fase intermedia, che comprende il castello medievale e la seconda cinta muraria; si conclude infine con un'immagine complessiva del colle visto da oriente, e alla cui base è ancora presente il laghetto che occupava l'attuale piazza I Maggio. Rizzi (1983) ha segnalato come l'opera - connotata da un recupero "nostalgico" della tradizione cinquecentesca, più che da scientificità o accuratezza topografica - è spia di quella predilezione per il vedutismo che Leonardo - celebre, ma ormai giunto al termine della propria esistenza (morirà l'anno seguente) - trasmetterà al figlio Luca (1663-1730).
Rizzi A., Udine piante e vedute, Udine 1983
Tentori F., Udine: mille anni di sviluppo urbano, Tarcento (UD) 1982
di Caporiacco G., Udine appunti per la storia, Udine 1972
di Caporiacco G., Udine appunti per la storia, Udine 1972
Rizzi A., Luca Carlevarijs, Venezia 1967
Rizzi A., Non è del Callot la pianta di Udine, in Bollettino delle Civiche Istituzioni Culturali, Udine 1962, I
Rizzi A., Non è del Callot la pianta di Udine, in Bollettino delle Civiche Istituzioni Culturali, Udine 1962, I
Mauroner F., Luca Carlevarijs, Padova 1945
Scarin E., Udine. Ricerche di geografia urbana, Bologna 1941
Someda de Marco C., Uno sguardo panoramico al Friuli d'altri tempi, in Le Panarie, Udine 1938, marzo-aprile
Musoni F., Udine. Dalle origini al principio del secolo XVI, Udine 1915