in basso a sinistra sotto la parte figurata: A. Constantin del.
in basso: Vue du Bassin de la fontaine de Vaucluse/ òu Petrarque fesait ses réflections amoureuses [...]
Veduta della fonte di Valchiusa, con in primo piano Petrarca seduto con un libro in grembo.
Non sono per ora emersi documenti che attestino se l'acquerello in esame, in pendant con un altro di inventario Ic. 62 (cfr. scheda D 4599) della stessa mano, abbia fatto o meno parte del legato Rossetti. Non è infatti citato nell'Inventario e estimo della Libreria relitta dal defunto Dr. Domenico de Rossetti, redatto da Giovanni Enrico Schubart e da Gaetano Merlato nel 1842-1843 (PETR. Ms I 76) che, come è noto, menziona anche se in modo impreciso la sezione iconografica petrarchesca (cfr. Nodari 2005), ma si sa per certo che nel 1874 faceva parte della raccolta petrarchesca ormai già da trent'anni in Biblioteca Civica, poichè lo cita l'Hortis nel suo catalogo relativo appunto a questa sezione. L'Hortis nel menzionare brevemente l'acquerello assieme al suo pendant di scheda D 4599, riporta la scritta in matita sotto al disegno, in parte anche per lui illeggibile, e afferma che l'opera è di Françoise Constantin, figlia del più celebre pittore e disegnatore paesaggista Jean Antoine Constantin (1756-1844), precursore dei grandi paesaggisti della scuola provenzale dell'Ottocento. Il nostro disegno però presenta in basso a sinstra la firma "A. Constantin del.", cosa che potrebbe far pensare in un primo momento ad un errore di trascrizione dell'Hortis. In realtà se si confronta l'acquerello in esame con un altro di soggetto simile, condotto sempre in acquerello grigio, firmato da Constantin e datato 1798 (Valchiusa, Musée-bibliothèque François Pétrarque, inv. 4004), si può notare come il nostro mostri un fare decisamente più scolastico, un tocco di pennello più fermo e piatto, diverso da quello mosso e fremente che caratterizza il foglio autografo di Constantin di Valchiusa. Tutto ciò porta a pensare che il disegno in esame sia una copia di Françoise Constantin da un'acquerello del padre, e la firma "A. Constantin del." documenta perciò la paternità dell'invenzione ma non dell'esecuzione. La prassi di inserire il nome dell'artista da cui traevano una copia fu del resto per vari secoli assai comune tra i copisti. Françoise Constantin era probabilmente la figlia più giovane di Jean Antoine Costantin, e seguì le orme del padre come i due fratelli maggiori Joseph Sébastien (1793-1864) e Aglaé Rose Joséphine (1804-1875): ipotizzando che abbia iniziato la sua attività negli anni venti dell'Ottocento, il disegno in esame va datato grossomodo post 1825 ca ma sicuramente ante 1874, quando la sua presenza è documentata nella raccolta petrarchesca dall'Hortis.
Hortis A., Catalogo delle opere di Francesco Petrarca esistenti nella Petrarchesca Rossettiana di Trieste. Aggiuntavi l’iconografia della medesima, Trieste 1874
Nodari F., La sezione iconografica della raccolta petrarchesca piccolominea della Biblioteca civica "A. Hortis" di Trieste, in Le collezioni del Museo petrarchesco piccolomineo nella Biblioteca "A. Hortis" di Trieste, Firenze 2005