Carro costituito da un piano e da due telai, cioè un carrello anteriore e uno di coda, connessi tra loro dalla freccia, su cui si inseriscono le coppie di ruote. I telai sono costituiti da una sala terminante con due fuselli che si inseriscono nel mozzo. Le ruote sono formate da un mozzo e da una corona composta da cinque settori tenuti insieme da un cerchione a formare una circonferenza; dieci raggi collegano il mozzo alla corona e l’acciarino, chiodo con anello, è inserito all’estremità dei fuselli. Le due partite del carro si completano con la copertura dell’asse, su cui si innesta il timone del carro per mezzo della biforcatura, e lo scannello a cui, solo nella parte anteriore, è unito con un perno un cuscinetto per consentire al timone di sterzare, mentre posteriormente piano e soprasse sono solidali; tutti gli elementi sono fissati tra loro con perni e staffe. Il piano è costituito da due lunghe stanghe parallele longitudinali, prive di traverse.
La struttura del carro, rimasta immutata per secoli, dalla metà del XX secolo, con l'affermarsi dei motori e la scomparsa degli animali da tiro, subì un repentino cambiamento, sia nella costruzione che nei materiali utilizzati. Il mutamento fu ancora più improvviso e radicale se si pensa che rapidamente si perse memoria delle competenze necessarie per costruire un carro, frutto di un complesso lavoro artigianale, tramandato di generazione in generazione esclusivamente tramite l'esperienza diretta. Il carro, realizzato assemblando molto legno (il ferro era costoso sia per l'acquisto che per la lavorazione) prevedeva l'utilizzo di molteplici essenze, specifiche per le diverse parti della struttura, sapientemente lavorate e realizzate senza l'aiuto di manuali o disegni.
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