facciata principale, ingresso: UFFICIO PROVINCIALE/ INDUSTRIA COMMERCIO E ARTIGIANATO
facciata principale, ingresso: CAMERA DI COMMERCIO/ INDUSTRIA ARTIGIANATO/ E AGRICOLTURA
L'edificio occupa un vasto lotto in testa all'isolato delimitato dalle odierne vie Crispi, Morelli e De Gasperi. Presenta una pianta irregolare allungata ad impianto quasi simmetrico, centrato sull'ingresso e sul vano scala, questi ultimi rivolti verso via Francesco Crispi. L’asimmetria planimetrica è data dalla lieve inclinazione di via Roma. In asse al monumentale portale corrisponde una sporgenza curva rivolta verso la corte posteriore. Il palazzo – che sorge su un zoccolo marmoreo su cui si aprono le basse finestre del piano seminterrato - si sviluppa su due piani di notevoli dimensioni. I corpi laterali sono raccordati al corpo centrale con l'utilizzo di profondi incavi ad emiciclo, rivestiti con lastre di marmo e paramenti murari di mattoni a vista. Sul retro sporgono due corpi laterali ed il corpo curvo più alto; i prospetti posteriori sono in muratura intonacata. In origine i corpi del palazzo sui fronti strada erano coperti da tetti piani terrazzati, mentre i volumi posteriori, più elevati, erano coperti da falde inclinate. In seguito le coperture dell’edificio vengono modificate; ora il tetto è a falde collegate, con manto in coppi. Il prospetto principale presenta centralmente un portale aggettante, costituito da due alti e stretti arconi a tutto sesto incorniciati da larghe lesene scanalate di marmo e conclusi da due timpani inseriti in una spessa trabeazione. Ai piedi degli arconi vi sono due scalinate di pietra che conducono al piano rialzato. La superficie interna degli arconi è interamente vetrata ed è arretrata rispetto al filo esterno del portale; l’imbotte di questi, lungo le spalle e gli intradossi degli archi, è ritmato da una sequenza di lacunari quadrati. Tra i due archi, al piano terra si apre una porta con una potente cornice strombata di marmo. Ai tre livelli superiori si sussegue un allineamento di trifore che si aprono su una cortina di mattoni a vista. Oltre al monumentale portale marmoreo, le facciate sulle pubbliche vie si caratterizzano per il rivestimento di mattoni a vista e per le finestre di forma rettangolare e disposte a passo regolare, prive di cornici e dotate di piattabanda sempre di laterizio. A rompere la continuità del paramento murario sono inserite una sottile cornice marcapiano di pietra e degli elementi sopraluce soprastanti le finestre del piano inferiore. In origine, sopra le finestre del piano superiore si aprivano degli oculi circolari già presenti nel progetto di concorso, ma successivamente tamponati e sigillati dal rivestimento di mattoni. Rispetto al progetto iniziale si notano ulteriori differenze, riscontrabili in particolare nella forometria delle facciate, come ad esempio le trifore al posto di singole finestre, oppure nelle coperture, modificate nel corso degli anni.
La Camera di Commercio e Industria di Gorizia viene istituita nell’agosto del 1850, con competenza sul territorio della Contea principesca di Gorizia e Gradisca. La sua attività interessa le comunicazioni, la statistica, la formazione e in genere la promozione di servizi utili allo sviluppo economico della zona, sotto la preponderante influenza di Trieste e del suo porto. Con lo scoppio della prima guerra mondiale gli uffici e gli archivi vengono trasferiti a Vienna; solo nel 1918 la Camera di Commercio riprende la propria attività a Gorizia. Nel 1926, abolite le Camere di Commercio, vengono istituti i Consigli provinciali dell'economia, che successivamente diventano Uffici di Stato alle dipendenze del Ministero delle Corporazioni. Nel 1927 viene ricostituita la provincia di Gorizia con estensione ridotta rispetto all’originaria competenza della cessata Camera di Commercio. Nel 1930 viene emanato il bando di concorso per la progettazione della sede del palazzo del Consiglio provinciale dell'economia corporativa, gara vinta dai progettisti Bruno Sarti e Alberto Cristofori. Il fabbricato costruito all’incrocio tra via Crispi, via Roma e via Morelli presenta un linguaggio architettonico ispirato al monumentalismo classicista. Salvo interventi di ordinaria manutenzione attuati nel corso degli anni e interventi più radicali alle aperture delle facciate e alle coperture, l’edificio mantiene sostanzialmente inalterati l’aspetto e le funzioni originari. Concepito come palazzo del Consiglio provinciale dell’economia corporativa, nel 1943, sotto la dominazione tedesca muta la denominazione in Camera di Commercio. Inattiva durante il periodo di occupazione della città da parte delle formazioni militari jugoslave, tra maggio e giugno 1945, l’attività dell’ente rimane completamente paralizzata. A partire dalla fine di agosto 1945, con il governo militare alleato, l’edificio diventa definitivamente la sede della Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura.
Le fondazioni sono in calcestruzzo armato. La struttura portante verticale è costitutita da elementi di calcestruzzo armato e murature di mattoni. I solai sono in laterocemento. I rivestimenti murari sono in lastre di pietra e mattoni faccia a vista.
Rambaldi C., Bruno Sarti. Architetto 1898-1962, 2015
Castellan F., A Gorizia, l'architettura ha da essere italiana?, in Il Novecento a Gorizia. Ricerca di una identità. Urbanistica e architettura. Catalogo della mostra, Venezia 2000
Unione italiana delle Camere di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura, Guida agli archivi storici delle Camere di Commercio, Roma 1996
Tavano S., Architettura a Gorizia, 1890-1990, in Ce fastu?, 1992, 62, n. 2
Tavano S., Cent'anni di architettura, in Guida critica all'architettura contemporanea. Friuli-Venezia Giulia, Venezia 1992
Cristofori A./ Sarti B., La nuova sede del Consiglio dell'Economia nazionale in Gorizia, in Rassegna di Architettura, 1930, VIII, n. 10