facciata principale, avancorpo sinistro: IL COMUNE/ ERESSE/ MCMXIV
facciata principale avancorpo destro: SCUOLA/ POPOLARE/ MASCHILE
La scuola “Giacomo Leopardi”, sita nell’omonima via, risale ai primi anni Dieci del Novecento. Il progetto e la costruzione si collocano infatti tra il 1910 e il 1914. La via Leopardi, all’inizio del secolo, è una strada oggetto di una intesa edificazione. Negli stessi anni vengono realizzate diverse ville, come ad esempio Casa Reinholds progettata da Andrea Perco, oppure il coevo palazzo della Cassa Distrettuale per Ammalati dell’architetto Gino Zaninovich. La paternità della scuola è attribuita all’ingegnere goriziano Riccardo Del Neri. I primi studi di massima sono datati tra dicembre 1910 e gennaio 1911. In questa prima fase Del Neri propone anche alcune soluzioni alternative - poi scartate - che prevedono un fabbricato asimmetrico e irregolare orientato ortogonalmente alla via Leopardi. Nell’agosto 1911 le piante del progetto di massima sono pronte e rivelano una sostanziale aderenza con il fabbricato poi effettivamente realizzato. L’edificio scolastico di via Leopardi, ideato per ospitare la scuola popolare maschile, presenta una planimetria rettangolare molto allungata ad impianto simmetrico. Il fabbricato – delimitato da un muro di cinta in pietra con recinzione in ferro battuto e pilastrini di mattoni ed elementi lapidei - è posto ad una quota rialzata rispetto alla carreggiata ed è raggiungibile superando il dislivello mediante una gradinata. L’asse è segnato dall’ingresso e dal vano scala. Il corridoio su cui si affacciano le aule è parallelo alla strada. In origine il fabbricato era costituito da due livelli fuori terra e da un parziale piano seminterrato. Tra il 1957 e il 1960 l’edificio viene sopraelevato di un terzo piano. Il compatto volume presenta due lievi aggetti angolari che emergono dal filo murario del fronte principale. Il prospetto sulla via Leopardi è molto regolare, caratterizzato dal contrasto cromatico tra la campitura rosso scura dei mattoni a vista e il chiaro bugnato che riveste il piano terra e segna gli spigoli dell’edificio. Le numerose aperture rettangolari sono evidenziate da elaborate cornici. È interessante notare come la sopraelevazione degli anni Cinquanta abbia cercato di integrare e armonizzare il nuovo corpo con la struttura preesistente, mediante gli stessi materiali, le stesse tecnologie e lo stesso linguaggio architettonico. Viene inoltre riproposta una fascia decorata sotto il cornicione, del tutto simile a quella che campeggiava nell’edificio originario. Osservando con attenzione le facciate della scuola si riesce ad individuare la lieve differente cromia dei mattoni: rosso cupo più in basso e rosso più acceso nella parte elevata. Il piano d’imposta della soprelevazione corrisponde proprio a questa linea appena percepibile che corre all’altezza della parte terminale delle finestre del primo piano, lì dove iniziava la fascia decorata sotto la linda. Iniziando dal basso, un basamento in bugnato di intonaco modellato interessa il piano terra e il livello seminterrato. Il rivestimento a fasce piane orizzontali listate è privo di zoccolatura e avvolge le facciate laterali e il fronte strada dell’edificio fino all’altezza delle finestre. Nel retro interessa invece il solo piano seminterrato. Anche i cantonali o anteridi sono segnati da bugne a tutta altezza. In corrispondenza dell’arco ribassato del portale e delle aperture rettangolari del piano terra il bugnato presenta giunti convergenti e cinque conci per ciascuna finestra, di cui il concio di chiave è più grande rispetto a quelli laterali. Le murature dei livelli superiori sono in mattoni lasciati a vista. Dal fondo di laterizio emergono le cornici delle finestre differenziate per i vari livelli, modanate e realizzate in intonaco. Al primo piano le finestre sono ad arco molto ribassato con modanatura in chiave e decoro in risalto. Al secondo piano – quello sopraelevato – le finestre rettangolari sono dotate di davanzale e cornice superiore e sono prive di stipiti laterali. In corrispondenza dei due corpi aggettanti laterali campeggiano due trifore che presentano le stesse caratteristiche delle finestre dello medesimo piano. Una cornice posta al livello della cimasa delle finestre separa la muratura di laterizio dal fregio dipinto con motivi a ghirlande. Più sopra, spicca una cornice a ovoli che avvolge i tre lati principali del fabbricato. La copertura dell’edificio è a padiglione, con struttura lignea e manto di coppi. Da notare la linda in legno con travicelli a sporgere e tavolato sovrapposto. Sulle facciate dei corpi in aggetto, a destra e a sinistra, sono affisse due grandi lapidi rettangolari che recano l’intitolazione della scuola, l’insegna comunale e l’anno di erezione dell’edificio. La facciata rivolta verso il giardino retrostante è stata ripristinata recentemente e risulta interamente intonacata e tinteggiata. Presenta una forometria che riprende sostanzialmente le aperture della facciata principale. In questo edificio dall’architettura raffinata e dalle strutture robuste si ravvisano gli echi dell’ecclettismo, armonizzati da modelli veneti e lombardi. Vent’anni dopo la sua realizzazione, la scuola di via Leopardi entrerà in dialogo con una delle più significative architetture razionaliste di Gorizia: la Casa della Gioventù Italiana del Littorio degli architetti Francesco Mansutti e Gino Miozzo, edificio dal sinuoso andamento curvilineo rivolto verso la vecchia scuola. In tempi recenti i due fabbricati sono stati collegati per mezzo di una passerella in acciaio e vetro. Oggi il complesso di largo Culiat e via Leopardi ospita la sede della scuola media “Vittorio Locchi”.
Pochissimo tempo dopo la sua ultimazione, durante la Grande Guerra l'edificio subisce delle distruzioni. Dopo i lavori di ripristino e ampliamento assolve per decenni alla funzione di istituto scolastico. Mantiene inalterate le sue caratteristiche originarie fino alla seconda metà degli anni Cinquanta, quando è interessato da un importante intervento di sopraelevazione. Ai due piani fuori terra viene aggiunto un terzo piano. Successivamente è oggetto di interventi di manutenzione e adeguamento impiantistico. Recentemente è stato collegato all'attigua ex sede della Gioventù Italiana del Littorio (G. Miozzo e F. Mansutti, 1934-1936) mediante un passaggio vetrato. Oggi i due edifici sono occupati dalla scuola media "Locchi".
Fondazioni in pietra, struttura portante verticale in muratura di mattoni. Tetto con struttura in legno e manto di copertura in coppi.
Tavano S., Architettura goriziana negli anni del liberty, Gorizia 2009