Il padiglione B è attualmente inutilizzato ma in passato fu adibito a deposito. Lo stabile è raggiungibile dalla strada che costeggia lateralmente il Parco Basaglia, una trasversale alla via Vittorio Veneto. Pensato quale padiglione per le pazienti così dette “Agitate”, l’edificio viene riqualificato tra il 1927 e il 1933 da Silvano Baresi nell’ambito dell’intervento più ampio di ricostruzione dell’ospedale psichiatrico provinciale portato a compimento nei primi anni Trenta del Novecento. La planimetria del fabbricato risulta particolarmente articolata e asimmetrica e si sviluppa secondo una pianta a doppio T. Lo stabile è composto di due piani fuori terra, tranne nella zona orientale dove l’elevazione è limitata ad un unico livello, coperto con un tetto piano. La struttura della copertura dell’edificio è a padiglione con un manto in laterizio. All’interno, gli spazi dei due piani erano destinati ad accogliere diverse stanze utilizzate come camere di degenza, servizi, archivi, depositi. Lo stabile, pur non presentando rilevanti apparati decorativi, conserva alcuni dettagli e rifiniture che meritano una particolare attenzione. Le cornici delle aperture sono in pietra artificiale, con profili e cimase modanati. Unico elemento di rilievo è il portale di ingresso sul fronte settentrionale, caratterizzato dalla strombatura delle spalle laterali e dal timpano curvilineo decorato con rilievi a motivi vegetali. Nel corso dei decenni l’edificio, oltre alla variazione d’uso, non ha subito rilevanti cambiamenti distributivi, né importanti interventi di manutenzione.
Nel 1901 viene istituita una commissione per l’attuazione del progetto per la costruzione di un complesso ospedaliero psichiatrico a Gorizia. La commissione è composta dal fisico A. Luzzatto, dal consulente sanitario E. Fratnich, dall’ingegnere capo J. Wojteshovsky, dall’ingegnere A. Glessig e dal professore K. Hugues, che avrebbe seguito le fasi di progetto. I lavori di costruzione vengono diretti dall'ingegnere Artur Glessig. Il polo psichiatrico, realizzato tra il 1905 e il 1908, viene inaugurato nel 1911. Il comprensorio ospedaliero, ridotto in macerie nel corso del primo conflitto mondiale, si componeva di oltre venti edifici a padiglione immersi in un parco e tra di loro collegati da strade e percorsi gerarchicamente organizzati. A partire dai primi anni Venti si inizia a studiare la futura riqualificazione del plesso ospedaliero. Nel luglio 1927 l'architetto Silvano Baresi riceve l'incarico per la progettazione del nuovo polo psichiatrico. Baresi, tenendo conto dei resti e delle parti dei fabbricati ancora esistenti, propone uno schema planimetrico che ricalca sostanzialmente l'impianto originario. I lavori di ricostruzione si collocano tra il 1928 e il 1933, anno dell'inaugurazione dell'ospedale. Il padiglione B - adibito originariamente a reparto per le pazienti così dette “Agitate” - nel corso della prima guerra mondiale viene seriamente danneggiato, come tutti gli altri edifici del complesso sanitario. Oggi i padiglioni di quello che fu l’Ospedale Psichiatrico Provinciale ricadono all’interno del Parco Basaglia, un luogo di pregio non solo storico e architettonico ma anche ambientale, data la ricchezza del suo patrimonio arboreo. La proprietà dell'intero comprensorio ospedaliero rimane invariata fino agli anni Ottanta, dopo un lungo periodo di oblio. Nel 1982 l'area dell'ex Ospedale Psichiatrico viene frazionata. Circa i due terzi passano all'USL (oggi Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina - ASUGI) ed un terzo rimane all'Amministrazione provinciale. Nel 1995 vengono avviati lavori di trasformazione e manutenzione degli stabili destinati al Centro di Salute Mentale. Da alcuni anni è allo studio un ampio progetto per la rigenerazione urbana in chiave storico-culturale del Parco Basaglia di Gorizia. Nell’elaborazione di questo piano di recupero e di valorizzazione sono coinvolti tutti i soggetti pubblici proprietari e gestori che ricadono nella vasta area del Parco Basaglia (Azienda Sanitaria, Regione Friuli Venezia Giulia, ERPAC, Comune di Gorizia e UTI Collio-Alto Isonzo). Il Padiglione B è di proprietà della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e da diverso tempo risulta inutilizzato. Per questo fabbricato si prevede la trasformazione in Centro di documentazione e divulgazione “Franco Basaglia”.
L'edificio presenta fondazioni in calcestruzzo. Murature portanti di elevazione in mattoni pieni, intonacate. Solai in laterocemento. Il tetto è a padiglione su struttura di legno; manto di copertura in coppi di laterizio. Il corpo ad est, ad un solo livello, è coperto con un tetto piano a soletta in calcestruzzo e cemento legnoso, ricoperta con sabbia e ghiaia.