prospetto principale/ porticato d'ingresso: ISTITUTO NAZIONALE PER L'ASSICURAZIONE CONTRO GLI INFORTUNI SUL LAVORO
Il palazzo dell’INAIL di via Roma viene ideato dall’ingegnere Guido Schiozzi. Realizzato nella seconda metà degli anni Trenta si configura come una struttura monumentale, destinata ad ospitare ambulatori e uffici. L’edificio è concepito secondo i principi di economia, funzionalità, igiene, ordine e luminosità. La planimetria si caratterizza per la forma pressoché quadrata, articolata attorno ad una piccola corte centrale. La distribuzione degli spazi interni è organizzata secondo i lunghi corridoi centrali. L’edificio si eleva su un piano seminterrato e su quattro piani fuori terra. Al seminterrato si trovano alcuni locali attualmente adibiti a deposito, ma durante la seconda guerra mondiale utilizzati da un comando tedesco come celle di reclusione. La struttura architettonica dell’edificio è basata sull’utilizzo di volumi elementari disposti in modo simmetrico e organizzati secondo giustapposizioni, su un sistema distributivo ad “H” secondo una composizione centrata sull’androne d’ingresso e sul vano scala. L’edificio sembra prodotto dalla compenetrazione di più corpi cubici, di cui uno centrale si stacca in altezza mentre due laterali sporgono verso il fronte strada. La facciata principale è caratterizzata da una superficie tripartita con la parte centrale rientrante e più alta. Al centro, al piano terra, si apre un ampio porticato d’accesso scandito da due pilastri; al livello superiore il portico è sottolineato da un balcone di travertino con una balaustra a pilastrini sulla cui base è riportata l’intestazione dell’ente. Dello stesso materiale il rivestimento di tutta la facciata e delle lesene che ai piani superiori riprendono il ritmo dei pilastri del portico sottostante. L’affaccio posteriore e parte di quelli laterali sono intonacati. Tutto l’edificio è scandito dalla regolarità delle finestre rettangolari disposte verticalmente ed in asse con le aperture del piano terra. Le finestre dell’intero edificio sono incorniciate di pietra bianca. Cornicioni in pietra grigia segnano i vari volumi che costituiscono il fabbricato. Elegante l’apparato decorativo dei portoni e della balaustra della scala interna. Il linguaggio adottato da Schiozzi, nonostante l’imponenza di questo palazzo, risulta bilanciato, in equilibrio tra modernità razionalista ed enfasi magniloquente classicista. Paragonando questo edificio con altri palazzi pubblici realizzati nello stesso periodo a Gorizia, lo studioso Sergio Tavano osserva correttamente che il palazzo dell’INAIL è “segnato da un'eleganza addirittura gracile”. È inevitabile qui il confronto con l’attiguo palazzo dell’INA, dall’aspetto molto più massiccio e portato a compimento solo qualche anno prima all’imbocco di via Roma all’angolo con via Crispi.
A partire dai primissimi anni dopo la prima guerra mondiale, nella sua relazione al piano regolatore e di ampliamento della città di Gorizia (1919-1921), l’allora ingegnere dell’ufficio Tecnico Riccardo Del Neri ipotizzava la costruzione di edifici pubblici e la creazione di nuovi assi viari con il conseguente sventramento dell’impianto urbano esistente devastato dal conflitto. Negli anni Trenta viene formulato il progetto di sistemazione urbanistica di Gorizia che porta alla realizzazione di via Roma, asse di collegamento tra piazza Vittoria e via Crispi, tracciato sopra gli orti seicenteschi del convento delle Orsoline. La nuova arteria è concepita assumendo come modello il romano Viale dei Fori Imperiali, lungo il quale sarebbero sorti palazzi pubblici monumentali, solenni e celebrativi. L’intenzione è di fiancheggiare il nuovo viale con costruzioni imponenti, destinandolo a diventare il centro della vita cittadina. Il 20 settembre del 1938, in occasione della visita alla città, Mussolini percorre via Roma per parlare ai goriziani radunati sulla piazza Vittoria dal podio appositamente realizzato a fianco del palazzo della Prefettura. Il primo intervento che inaugura quest’operazione di rinnovamento urbanistico è l’edificio del Consiglio provinciale dell’economia corporativa (in seguito palazzo della Camera di Commercio), collocato all’incrocio su via Crispi e costruito tra il 1930 e il 1933 ad opera dei progettisti Alberto Cristofori e Bruno Sarti. Il bando del concorso nazionale indetto per l’ideazione del palazzo richiedeva per quell’edificio un carattere ispirato all’architettura romana e rinascimentale. Anche gli edifici che negli anni a seguire sorgeranno lungo via Roma risponderanno ai requisiti di magniloquenza e austerità. Successivamente, nel 1937 viene eretto il palazzo dell’Istituto Nazionale Assicurazioni, la cui disposizione determina l’allineamento stradale. A questo edificio segue, con la posa della prima pietra da parte del duce nel 1938, il palazzo dell’Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro, ideato dall’ingegnere goriziano Guido Schiozzi. L’edificio risulta in posizione arretrata rispetto al filo strada, al fine di accentuarne il carattere monumentale. Seguirà poi la costruzione del palazzo Esso all’angolo con via Oberdan, su progetto degli ingegneri Ferredo Franzot e Sergio Fornasir. Negli anni successivi si procede con la costruzione degli edifici interposti. Nel 1957 il palazzo dell’Automobile Club d'Italia, ora sede dell'Ufficio Tavolare di Gorizia, su progetto dell’ingegnere Renato Fornasari. Nel 1958 l'ingegnere Felice Santabarbara porta a termine il palazzo dell'E.N.P.A.S. (Ente Nazionale Previdenza e Assistenza ai dipendenti Statali), ente confluito nel 1994 nell'I.N.P.D.A.P. (Istituto Nazionale di Previdenza e assistenza per i Dipendenti dell'Amministrazione Pubblica), a sua volta soppresso nel 2011; l'edificio ora ospita gli uffici dell'Agenzia delle Entrate.
Fondazioni e strutture portanti in elevazione di calcestruzzo armato. Murature in laterizio. Solai interpiano e di copertura in laterocemento.
Tavano S., Architettura a Gorizia, 1890-1990, in Ce fastu?, 1992, 62, n. 2