Il blocco su via Morelli presenta una pianta trapezoidale di forma allungata, allineata al fronte strada, con un angolo smussato a quarto di cerchio. All’inizio degli anni Trenta lungo via Crispi viene costruito l’edificio della Camera di Commercio, disposto ortogonalmente all’ex Galleria. I due edifici sono collegati per mezzo di un passaggio ad arco. L’ampio atrio di ingresso è leggermente decentrato e in asse con il vano scala semicircolare che emerge sul retro, elemento aggiunto dopo la demolizione della vasta sala espositiva. Nel corso del tempo anche il prospetto sul retro e gli interni sono stati ovviamente oggetto di interventi. L’unico elemento originario sopravvissuto è dunque la facciata su via Morelli. L’edificio è a due piani e presenta una volumetria compatta con copertura a padiglione. Il prospetto principale ha le finestre distribuite in modo regolare, rettangolari al piano terreno e incorniciate con timpano al piano superiore. Il settore centrale in lieve aggetto rispetto ai lati, è segnato da tre grandi finestroni ad arco separati fra loro da coppie di lesene, e concluso da un alto cornicione a dentelli. La finitura muraria dell’intera facciata è trattata in due zone ben distinte: il piano terra in bugnato piatto isodomo, il primo piano in bugnato liscio a liste continue. Una cornice modanata aggettante separa i due livelli. Secondo il progetto originario il blocco edilizio su via Morelli è destinato ad ospitare le funzioni della Camera di Commercio e d’Industria di Gorizia. Nel particolare, al piano seminterrato trovano posto la caldaia, i depositi, la cantina e un’ampia cucina. Il piano terra è accessibile da un vestibolo di ingresso centrale che conduce ad un corridoio di distribuzione. Sul piano sono organizzati i locali della cassa e del guardaroba, i vani scala, i servizi, l’alloggio del custode e il buffet posto proprio in corrispondenza della cucina sottostante. Il livello superiore ospita invece un’ampia sala centrale per le sedute camerali e gli uffici di presidenza e di segreteria. Da questo livello così come dal piano terra è possibile raggiungere la galleria espositiva; dal primo piano era infatti percorribile in quota l’intero perimetro della sala, come in una sorta di matroneo affacciato sull’ampio spazio a doppia altezza. Per Sergio Tavano, questa “ariosa galleria” riprende “precisi modelli ufficiali in cui, alla solidità maestosa ed ermeticamente compatta, si applica un gioco di fitte ornamentazioni geometrico-vegetali fermate in superficie”.
All’inizio dell’Ottocento l’area su cui un secolo dopo verrà costruita la Galleria presentava un aspetto completamente differente da come oggi è conosciuta. Una serie di edifici disposti a “C” andava a delimitare una sorta di piazza attraversata dal passaggio Edling, toponimo che deriva dal nome di una nobile famiglia originaria della Svevia giunta a Gorizia nel XV secolo. L’articolato passaggio che si snodava dal centro cittadino a piazza Duomo era generato da un complesso sistema di attraversamenti costituiti da vialetti, sottoportici e cortili. All’inizio del Novecento, con la costruzione della Galleria e dell’edificio del Civico Corpo Pompieri nonché dell’istituzione della Scuola Cittadina per Maschi e di quella Professionale all’interno degli edifici esistenti, si è andata a delineare piazza Antonio Rotta. L’edificio affacciato su via Morelli è la parte rimasta dell’originaria Galleria intitolata a Francesco Giuseppe I, progettata nel 1901 dall’architetto governativo Josef Wojtechowsky, già autore del tribunale di Gorizia. La parte non più esistente si sviluppava trasversalmente alla porzione ancora visibile, generando un grande complesso edilizio dalla pianta a forma di “T”. Il tratto di edificio oggi scomparso era costituito da una vasta sala rettangolare a doppia altezza circondata da una galleria perimetrale pilastrata organizzata su due livelli. La sala espositiva era costruita in aderenza alla vecchia Scuola Professionale. La sala, dal chiaro impianto basilicale, era preceduta dal blocco accessibile da via Morelli, il quale ospitava gli spazi operativi e di rappresentanza della Camera di Commercio e d’Industria di Gorizia. Durante il primo conflitto mondiale il fabbricato viene gravemente danneggiato. Le distruzioni belliche, gli sventramenti degli anni Trenta, il tracciamento di via Roma e la costruzione del nuovo palazzo della Camera di Commercio, hanno trasformato definitivamente questa parte di città. Se il fronte strada ha mantenuto i caratteri originari, il retro, privato del prolungamento della grande sala espositiva, è stato trasformato e oggi presenta, in corrispondenza dell’asse d’ingresso un corpo aggettante semicilindrico rivolto verso il cortile retrostante. Oggi l’edificio - di proprietà della Camera di Commercio – è sede dell’Azienda Speciale Zona Franca di Gorizia.
Fondazioni in pietra, struttura portante verticale in muratura di mattoni; solai in legno; tetto in travature lignee e manto di copertura in coppi di laterizio.
Di Bartolomeo M., Passaggio Edling. Lo strategico accesso nel cuore della vecchia Gorizia, in Isonzo-Soča, 2012, a. 24, n. 94
Tavano S., Architettura goriziana negli anni del liberty, Gorizia 2009
Tavano S., Architettura a Gorizia, 1890-1990, in Ce fastu?, 1992, 62, n. 2