facciata principale, fascia marcapiano: SIMON TASSUS PRAE[FECTUS] CURSORUM CAE[SAREORUM] IN LIBERO SOLO
facciata principale, architrave portale ingresso: SIBI CHARIQ[UE]
Il palazzo si presenta compatto e dalle linee semplici. Il fronte strada si innalza per tre piani fuori terra con un piano seminterrato. L’edificio sorge su un declivio; il retro infatti risulta più alto del prospetto principale. La facciata d’ingresso, che segue l’andamento irregolare della pubblica via, è caratterizzata dalla presenza di due cornici marcapiano e dai riquadri di pietra delle aperture rettangolari. Il fronte principale è concluso superiormente da piccole finestre rettangolari anch’esse riquadrate con cornici lapidee. L’edificio è adiacente da un lato alla casa Formentini, palazzetto seicentesco già sede di museo, dall’altro alla cappella Dornberg, eretta nel 1874 ed oggi inclusa nel complesso museale. Nel marcapiano più basso, molto accentuato, c’è un’iscrizione che prosegue nell’architrave di uno dei due ingressi al piano terreno, quello di sinistra. Sulla facciata dell’ex chiesetta sono celate le lettere iniziali dell’iscrizione “SIMON TASSUS PRAE[FECTUS] CURSORUM CAE[SAREORUM] IN LIBERO SOLO/ SIBI CHARIQ[UE]” (Simone Tasso, prefetto delle poste imperiali, su terreno libero da gravami, costruì per se e pe i suoi cari). Nel prospetto posteriore è presente un lungo balcone sostenuto da mensoloni; al piano seminterrato (per il dislivello del terreno tra i due prospetti) si aprono due porte. All’interno, di sicuro interesse, sono le coperture di alcuni ambienti con volte a crociera e a botte, in gran parte ripristinate e alcune originali.
Fino all’epoca medioevale, a Gorizia, tra il castello e la cerchia esterna delle mura, esistevano decine di case a un solo piano di modeste dimensioni, accostate l’una all’altra o divise da strette viuzze. Di certo non vi erano ampi e sontuosi palazzi. Nel Cinquecento Simone Tasso (1488-1562), sovrintendente dei corrieri postali imperiali, acquista un fondo in Borgo Castello per costruirvi la sua residenza. Simone Tasso discende da una famiglia di origini bergamasche che nel volgere di alcune generazioni giunge ad ottenere il monopolio del servizio postale in gran parte d’Europa. Simone è un uomo ricco, con beni sparsi nell’intero territorio asburgico ed interessi concentrati soprattutto a Milano e in Lombardia. Prima della metà del Cinquecento, a Gorizia, Tasso cerca di legarsi con la nobiltà cittadina; acquista diverse proprietà nella Contea e contrae matrimonio con Maddalena Neuhaus appartenente all’aristocrazia asburgica. L’edificio che Tasso costruisce in Borgo Castello, dopo aver acquistato un immobile preesistente, doveva avere un impianto rinascimentale, differente dalle case vicine. Non si ha la certezza che l’abitazione sia stata effettivamente completata o che si sia realizzato il nucleo di un palazzo mai finito; di certo l’iscrizione visibile in facciata viene subito portata a termine. Gli studiosi locali sostengono che l’edificio possa aver svolto la funzione di stazione di posta. Nella seconda metà del Cinquecento, Vito Dornberg, rappresentante di spicco di una delle casate goriziane più in vista, fa costruire la sua di casa in Borgo Castello, attigua alla dimora di Tasso. Nel testamento di Vito Dornberg, datato 2 ottobre 1589, viene citata la sua “grande casa nella Terra di Sopra di Goritia, fabricata per sua habitatione con le casette ivi contigue”. Si può ritenere dunque che, dagli anni Sessanta del Cinquecento, Vito Dornberg inizi ad acquistare, accorpare e ampliare le varie abitazioni di Borgo Castello, includendo la casa di Simone Tasso, morto nel 1562. Il complesso edilizio - completato e trasformato in una ricca residenza signorile dalla vedova di Vito Dornberg negli anni dopo la morte del marito - nel corso nel Seicento e del Settecento, subisce una serie di frazionamenti e smembramenti. Nel corso dell’Ottocento le due case vengono acquistate, riunite e trasformate dal sacerdote bolognese Giovanni Contavalle, fondatore dell’Istituto delle Orfanelle. Negli anni a seguire l’orfanotrofio si sviluppa, espandendosi anche negli edifici adiacenti. Nel 1874, per volere della contessa Matilde Coronini, viene costruita una chiesetta a servizio dell’orfanotrofio Contavalle, in aderenza alle due abitazioni rinascimentali. In questo modo viene colmato il vuoto rappresentato da una stretta viuzza che separava le due residenze patrizie. A seguito della realizzazione della cappella il complesso acquisisce una fisionomia molto compatta, con il completamento della continuità del fronte strada. Dopo la dismissione del convitto nel 1969, all’inizio degli anni Ottanta del Novecento, l’amministrazione provinciale di Gorizia acquista il complesso edilizio di Borgo Castello, costituito dalle due dimore storiche e dalla cappella centrale. Tra il 1984 e il 1989 vengono eseguiti i lavori di restauro e di trasformazione al fine di ospitare gli spazi espositivi dei musei provinciali. Oggi trovano posto il Museo della Guerra e il Museo della Moda e delle Arti Applicate.
Muratura in pietrame, intonacata. Solai di legno. Volte a crociera e a botte in alcuni ambienti del livello inferiore. Struttura del tetto in travi di legno e manto di copertura in coppi.
Masau Dan M./ Delneri A., Il Castello di Gorizia e il suo Borgo, Mariano del Friuli (GO) 1991
Tavano S., Il castello di Gorizia e il suo borgo, Trieste 1978