L'edificio situato all'interno del centro urbano, si sviluppa su tre piani e si imposta su una pianta a "C" frutto dell'aggiunta al corpo principale di due ali laterali che racchiudono il giardino interno. La parte centrale verso il giardino è caratterizzata da una loggia articolata su due livelli. Al piano terra essa si sviluppa in ampi archi retti da colonne mentre al piano superiore la luce degli archi si dimezza. A parte l'eliminazione della seconda torretta d'angolo, è praticamente rimasto immutato negli anni. Caratteristica la facciata principale, con il portale ad arco a tutto sesto in pietra bugnata e le due trifore poste in asse ai piani superiori. Le finestre del piano nobile sono impreziosite da cornici in marmo e racchiuse tra una fascia marcapiano intonacata e un fregio raffigurante scene di caccia. Le aperture semplici monofore del piano terra presentano cornici e inferriate in ferro. Sull’angolo del palazzo un bovindo è decorato da fregi raffiguranti scene di caccia e di vita di corte. Il tetto a padiglione ha una forte inclinazione legata all’ubicazione dell’edificio. Internamente l’atrio al piano terra, caratterizzato da volte in pietra, è affiancato da sale laterali; da qui, un semplice scalone rettilineo conduce ai piani superiori dove alcune sale mostrano soffitti con affreschi.
Il primitivo edificio, costituito da una casa con stalla, fu costruito tra il 1580 e il 1590 da Lorenzo Matz che, nel 1591, lo vendette al commerciante veneziano Georg Paul. Costui verso il 1551 lo trasformò in un vero e proprio palazzo con influenze stilistiche del primo Rinascimento italiano. Nel 1660 il palazzo fu completato da Giorgio von Naggerschigg e successivamente divenne proprietà della famiglia Canal, di italiche ascendenze, che se lo tramandò fino al 1873 quando Antonio Canal lo cedette al conte Arco di Zinnenberg. Nel 1881 fu venduto a Gaetano Schnablegger, ricco industriale di Tarvisio, che lo trasformò in albergo fino al 1942. Il palazzo divenne in seguito di proprietà dell’istituto religioso Tomadini di Udine che lo utilizzò come colonia estiva. Nel 1978 fu acquistato dalla Comunità Montana “Canal del Ferro-Val Canale” che lo restaurò per adibirlo a sede del museo etnografico della Comunità Montana e del sistema bibliotecario territoriale.
Ville venete, Ville venete: la Regione Friuli Venezia Giulia, Venezia 2005