in basso a destra: Carlo Masi 1981
in basso a sinistra: p. d'a.
in basso a destra: Carlomasi
in basso al centro: All'amico Elio Bartolini/ con affetto/ novembre '89 Carlomasi
Carlo Masi, originario di Verona, compie i suoi studi artistici a Venezia e in questa città continua a lavorare collaborando con diverse case editrici come illustratore di libri e periodici. Si dedica anche alla pittura, ma è la ricerca nell’ambito della grafica che gli permette di ottenere significativi riconoscimenti. Egli infatti approfondisce diverse tecniche ed elabora una forma espressiva caratterizzata dalla minuziosa e dettagliata rappresentazione di soggetti per lo più tratti dal mondo vegetale. Dagli anni Settanta avvia un’intensa attività espositiva, sia in Italia che all’estero, contrassegnata da vari premi tra i quali, a Teramo nel 1971, il Premio “Marino Mazzacurati” per la sezione della grafica. Accoglie inoltre nel proprio atelier disegnatori e artisti desiderosi di avvicinarsi al mondo dell’incisione. Nel 1972 conosce Carlo Levi che lo introduce nell’ambiente milanese. Dall’incontro Masi trae nuovi spunti di riflessione che lo portano a sviluppare una descrizione della realtà sospesa: ambienti dove le figure sono assestanti, dove l’accostamento degli oggetti appare casuale, se non contraddittorio. Nascono opere dalle atmosfere immobili, in cui si avverte un senso di attesa e domina, come spiega Bartolini, il silenzio. Lo scrittore infatti firma un breve intervento per la monografia su Masi, pubblicata nel 1983 dalla Galleria d’arte San Giorgio di Mestre (Venezia). In esso Bartolini sottolinea la capacità dell’artista di rendere gli elementi naturali cosicché si è in grado di distinguere addirittura la varietà degli alberi. Ancor più ammirevole è poi la modalità con la quale progetta le nature morte. Queste assemblano pigne, cardi, muschi, steli rinsecchiti, bacche e altri frutti del sottobosco in cesti analizzati nei loro intrecci: Bartolini si compiace nell’elencare tutti soggetti che riesce a riconoscere, parte di una composizione dove ogni forma si incastra e armonizza nell’insieme. I contenitori ricolmi posti in primo piano sono collocati su tavoli: con tale soluzione l’artista costruisce la profondità dello spazio e separa il tema centrale dallo sfondo: stesura di un solo colore nella pittura, bosco fitto e inquietante, senza presenza umana nella grafica. Nel 1980 Masi realizza alcune acqueforti ispirate a due romanzi di Elio Bartolini. Espone inoltre alla Galleria Falaschi di Passariano di Codroipo (Udine), frequentata da Bartolini visto il rapporto d’amicizia con il proprietario, lo scultore Paolo Falaschi. Queste tre incisioni entrano in possesso di Bartolini quando egli scrive il testo per il catalogo dell’opera di Masi. Una copia dello stesso gli è stata donata alla fine del 1983 con dedica dell’artista che lo definisce “maestro e amico”.
Elio Bartolini Arte, Elio Bartolini. La collezione d'arte della Città di Codroipo, Udine 2011