Crippa Luigi detto Crippa Luca, XX

Oggetto
stampa
Soggetto
natura morta
Autore
Cronologia
1970 ca - 1973 ca
Materia e tecnica
litografia
Misure impressione
mm - altezza 410, larghezza 610
Misure foglio
mm - altezza 500, larghezza 700
Codice scheda
S_7593
Collocazione
Codroipo (UD) San Martino
Villa Kechler
Collezione del Comune di Codroipo. Donazione Elio Bartolini
Iscrizioni

Luca Crippa si forma all’Istituto Superiore per le Industrie Artistiche di Monza. È questa scuola che aveva avviato la sua attività nel 1922 sotto la direzione di un consorzio, un centro importante per lo sviluppo delle arti decorative del Novecento: lo frequentano a vario titolo figure note nel mondo dell’arte e lo stesso Crippa ha come insegnanti Raffaele de Grada, Marino Marini, Pio Semeghini e Ugo Zovetti. Il programma didattico è calibrato sulle richieste del mercato con l’obiettivo di preparare professionisti, artigiani e artisti in grado di eseguire lavori di qualità. La capacità di Crippa di confrontarsi con tecniche e materie diverse nel corso della sua carriera ha origine proprio in questi anni scolastici. Già ai tempi della scuola realizza dei collages che poi saranno presentati per il loro spirito surreale, all’esposizione 50 anni Dada in Italia 1916-1966 allestita a Milano. Il suo percorso artistico si caratterizza infatti per l’elaborazione di soggetti ironici e fantastici, ma anche per la conoscenza delle varie tecniche che gli consente di esprimersi con sicurezza nel disegno, nella pittura e nell’incisione, con collages e assemblaggi, scegliendo di volta in volta il mezzo espressivo più adatto. Nel 1946 viene assunto nello studio di Giò Ponti per seguire i progetti di decorazione. Prima di approdare al mondo del teatro che lo impegna per lungo tempo, si occupa della decorazione di alcuni transatlantici. Collabora con i maggiori teatri italiani per progettare scenografie e costumi e nel 1952 con la RAI per le trasmissioni televisive. Dal 1971 al 1993 è chiamato a ricoprire la cattedra di decorazione pittorica all’Accademia di Brera. L’attività professionale si intreccia con la produzione artistica privata: dal 1944, anno della sua prima mostra personale a Monza, espone in gallerie e manifestazioni internazionali come la Triennale di Milano, la Biennale di Venezia, la Quadriennale di Roma e l’Esposizione d’arte di San Paolo del Brasile. Nel 1964 alla Biennale di Venezia gli viene attribuito il premio David E. Bright Foundation per la sezione bianco e nero. Marco Valsecchi, critico vicino all’artista, racconta che Crippa produce una grande quantità di schizzi per poi tradurli in acquerelli, disegni o stampe. Con la carta ha quindi un rapporto privilegiato: vi traccia soggetti che sono sempre figurativi, anche se stilizzati. Nel catalogo della mostra antologica del 1995 si accenna alle lezioni del maestro di composizione Ugo Zovetti all’Istituto di Monza: egli sceglieva un elemento naturale per farlo riprodurre agli allievi come motivo decorativo su vari supporti. Questo insegnamento persiste nell’opera di Crippa che costruisce con dati reali immagini d’invenzione lette dalla critica come surrealiste. Sono rappresentati infatti oggetti noti accostati in modo inusuale per raccontare una storia nuova, una situazione più importante. Le opere grafiche evocano nei titoli luoghi, persone, giochi d’infanzia attraverso la disposizione di oggetti, tolti dal loro contesto e riassemblati in spazi aperti. Anche in questa stampa si ha un affastellamento di elementi con un equilibrio incerto: si notano in primo piano le forme a fagiolo così ricorrenti nelle stampe di Crippa, un foglio su cui è rappresentato un fiore, dei rami con foglie, un panno arrotolato, una struttura in legno e sullo sfondo un paesaggio. Tra gli stampatori ed editori con cui Crippa collabora, è presente il Centro Internazionale della grafica di Venezia, conosciuto e frequentato anche da Elio Bartolini. Nel 1982 il Centro pubblica una cartella dedicata a Giorgio Baffo, poeta veneziano del Settecento, contenente sei acqueforti tra le quali una di Crippa. Allo studio dell’opera di Baffo Bartolini si dedica a lungo curandone la raccolta e pubblicazione nel 1971 per Longanesi. La datazione dell'opera è stata proposta dal curatore dell'eredità di Luca Crippa.

BIBLIOGRAFIA

Elio Bartolini Arte, Elio Bartolini. La collezione d'arte della Città di Codroipo, Udine 2011