in basso a destra: MARINO
sulla cornice, su un'etichetta bianca applicata in basso a destra: n. 45/ Marini Marino
retro, in alto a sinistra: MONOTIPO/ DI/ MARINO MARINI/ scultore e pittore
retro, in alto al centro: "Cavallo e Cavaliere"
retro, in alto a destra: Costo di £ 5 Milioni/ Asta di Milano - 1986/ alla Brerarte di/ Via Brera (Milano
retro, in alto a destra: Dono di Giorgio de Cillia/ al Comune di Treppo Carnico/ per la Pinacoteca
retro, su un'etichetta bianca applicata in basso a sinistra: Marino Marini (Pistoia, 1901 - Viareggio, 1980)/ Cavallo e cavaliere, 1955/ monotipo (gouache su trama litografica) cm. 90 X 84/ in basso a destra "Marino"/ sul retro: scritta "Asta Brearte Milano 1986"
retro, in basso a destra: 3
Il tema del cavaliere venne affrontato da Marino Marini dapprima in scultura. Egli presentò alla Biennale di Venezia del 1936 un "Cavaliere" in terracotta che venne deriso dalla critica per la sua semplicità e grossolanità di fattura. Fu lo stesso artista a difendere la sua opera in un intervento pubblicato su "L'Ambrosiano" il 25 maggio 1938. Egli motivò la scultura come il risultato di un processo di sintesi delle forme che egli aveva già sviluppato nei pezzi esposti alla II Quadriennale di Roma (1935). I soggetti erano ridotti a delle strutture composte da pesi e volumi, "ad una rigorosa costruzione architettonica". In tale ricerca un soggetto come il cavaliere, oltre ad avere un'antica tradizione iconografica, permetteva a Marini di elaborare due volumi, uno orizzontale e l'altro verticale, che si incastravano e tra loro si rapportavano. Da allora il cavaliere diventò uno dei motivi principali dell'opera artistica di Marini, insieme alle pomone, ai ritratti e alle danzatrici, e si impose oltre che nella scultura anche nella pittura e nell'incisione, forme espressive in cui si applicò soprattutto nel dopoguerra. Il cavallo e il cavaliere si sviluppano come due energie distinte che possono essere in sintonia o in contrasto, specchio delle riflessioni dell'artista sulla realtà. Le tensioni degli anni Cinquanta ad esempio si tradussero con un cavaliere che non domina più la forza del cavallo: tra i due soggetti non esiste più il rapporto atavico di collaborazione, ma l'uomo è quasi disarcionato, oppresso da un animale che si impenna. Il tema del cavaliere diviene in seguito per Marini fonte di numerose combinazioni che egli realizzò in forme sempre più astratte. L'incisione, rielaborata con interventi ad acquarello, è affine al motivo dell'"Angelo della città", scultura in bronzo del 1949 conservata nella collezione di Peggy Guggenheim a Venezia e visibile dal Canal Grande, con il cavallo ritto sugli zoccoli e il collo teso e il cavaliere che apre le braccia, alza il viso al cielo e, evidenziando la sua potenza virile, afferma la libertà del suo essere, in un momento storico di grandi cambiamenti alla fine della guerra. Tale volontà si manifesta in una perfetta geometria di incastri che sulla bidimensionalità del foglio è sacrificata. L'incisione offre così una lettura nuova: due assi orizzontali che si innestano su un corpo verticale rappresentato dall'uomo e riproposto nelle zampe del cavallo che fanno da base alla struttura piramidale. La stessa bicromia tra soggetto e sfondo esalta il profilo della forma. L'interesse per la litografia risale al 1943, nel periodo in cui Marini aveva riparato in Svizzera, nei pressi di Locarno. Quando nel 1950 sarà allestita la sua prima personale a New York, egli esporrà oltre ai disegni e alle sculture anche una cospicua serie di litografie. I medesimi temi sono espressi attraverso forme diverse, principalemente cavalieri e nudi femminili. Per approfondire questa tecnica si recherà due anni dopo a lavorare nel laboratorio di Fernand Mourlot, incisore parigino a cui si rivolgevano i principali artisti della capitale francese. La litografia presente a Treppo è stata donata successivamente al 1975, ma prima del 1987, da Giorgio De Cillia, figlio di Enrico e continuatore dell'attività espositiva della Galleria del Girasole. Opere di Marini furono presenti in numerose collettive allestite nella galleria. In onore dell'artista venne poi anche organizzata una mostra personale di sue acqueforti nel novembre del 1970.
Collezione museo, Dalla collezione al museo. Opere scelte dalla pinacoteca De Cillia di Treppo Carnico, Trieste 2002
Marra M., Pinacoteca E. De Cillia di Treppo Carnico. Guida alla lettura di un patrimonio d'arte visiva, Tolmezzo (UD) 2001
Pinacoteca Treppo, Pinacoteca di Treppo Carnico. Donazione del pittore Enrico De Cillia, Treppo Carnico (UD) 1997
Marino Marini, Marino Marini, Milano 1989
Marino Marini, Marino Marini. Acqueforti 1914 - 1970, Livorno 1974
Russoli F., Marino Marini. pitture e disegni, Milano 1966