sotto la parte figurata a sinistra: Memmi dip.
sotto la parte figurata a destra: Conte dis. ed inc.
in basso al centro: LAURA. Beati gli occhi che la vider viva
in basso al centro: Milano presso Batelli e Fanfani
L'acquaforte, condotta alla maniera a granito, deriva con leggere varianti dal Ritratto di dama di Girolamo di Benvenuto (Siena 1470-1524) conservato alla National Gallery di Washington: il quadro fu a lungo attribuito a Simone Martini, chiamato erroneamente con il patronimico del cognato Lippo Memmi, e creduto il Ritratto della Laura di Petrarca. Il primo infatti che lo cita come l'originale ritratto di Laura eseguito dal Martini fu nel Seicento lo storico Giulio Mancini, il quale lo vide a casa Mandoli a Siena. Più tardi il quadro passò in casa Bellanti sempre a Siena, dove ancora si trovava nel primo ventennio dell'Ottocento quando Antonio Marsand ne fece trarre una stampa da Raffaello Morghen (cfr. schede S 3785-3786) per illustrare le Rime di Petrarca edite a sua cura nel 1819-20 a Padova per la tipografia del Seminario (sulla questione vedi Pierini 2001). La stampa in esame è opera di Antonio Conte (San Zenone 1780/ 1837 ca) incisore veneto la cui attività è documentata nell'ambito dell'editoria: esegue varie incisioni da opere di Leonardo, Tiziano e altri per i "Principi di disegno", editi a Milano da Vallardi nel 1821-24, e per la "Storia Romana", pubblicata sempre a Milano presso Antonio Baldi nel 1823. Fornisce inoltre alcune incisioni per la monumentale opera in quattro volumi di Luigi Bardi, intitolata "L'Imperiale e Reale Galleria Pitti illustrata", edita a Firenze coi tipi della Galileiana nel 1837-1842: nel terzo volume uscito nel 1840 (per cui la data di morte dell'artista andrebbe forse posticipata a dopo quell'anno e non nel 1837) ci sono tre incisioni firmate "Viviani e Conte inc." tratte dal Supplizio di Marsia di G. Bilivert, da una Scena rustica di F. Bassano e da un Ritratto di ignoto di G. Sustermans, e ancora una tratta da un Ecce Homo di O. Vannini che porta la firma del solo Conte. Incide pure i ritratti dello zar Alessandro I e della zarina Elisabetta. L'acquaforte in esame è citata da Rossetti nel suo catalogo della collezione petrarchesca piccolominea uscito nel 1822, all'interno della Collezione terza che elenca le opere acquisite tra il 1819 e il 1822 e al numero 90 come "Incisione a granito. Memmi dipinse, Conte dis. ed incise. Ritratto di Laura, copiato da quello dell'edizione del Prof. Marsand di Padova., a lettera aperta". (cfr. Rossetti 1822). Infatti la stampa presenta la scritta LAURA con le lettere all'interno bianche, mentre nell'altro esemplare conservato in Biblioteca (Ic. 343, cfr. scheda S 3818) le lettere sono internamente decorate. La datazione della stampa in esame va posta perciò tra il 1819 (anno in cui è pubblicato il I volume delle Rime a cura di Marsand, nel quale compare l'incisione di Morghen col ritratto di Laura a cui si ispira, come afferma Rossetti, l'esemplare in esame) e il 1822, anno della pubblicazione del catalogo rossettiano.
Rossetti D., Raccolta di edizioni di tutte le opere del Petrarca e di Enea Silvio Piccolomini, Pio II, Venezia 1822
Pierini M., Simone Martini con uno scritto di A. Olivetti, Cinisello Balsamo (MI) 2001