in basso a sinistra sotto il campo figurato: E.A.
in basso a destra sotto il campo figurato: Music 70
Music è ritornato nel 1970, dopo 25 anni, al tema dei morti nei campi di concentramento nazisti, quasi a sottolineare un nuovo momento di crisi nella storia europea e nella sua storia individuale d'artista. A partire dal '70 ha dipinto una serie di tele, intitolate "Non siamo gli ultimi", cui corrisponde una serie di incisioni (acqueforti, litografie). Come afferma Mazzariol nella sua introduzione al catalogo della mostra "Music", allestitanel 1979 a Gorizia, in Palazzo Attems: "Gli anni '70 segnano per Music unpassaggio difficile e sofferto alla propria storia segreta: le riprese aride e desolate dell'Appennino bolognese e la riscoperta dei 'Morti'. Il titolo di quest'ultima serie, "Non siamo gli ultimi", ha certamente favoritouna prima interpretazione politica del ciclo contro la guerra, la violenza, la follia dell'uomo. Chi ha vissuto il dramma di Dachau non può non ricordare la grande speranza che allora fosse finita per sempre la guerra e che l'uomo mai più avrebbe toccato tale abisso di perdizione, ma a tale sentimento generale Music univa anche un senso di profondo disagio ideologicoverso la propria pittura. Music nei 'Morti' degli anni '70 racconta ancheil proprio isolamento, il proprio distacco dalle persecuzioni di sempre edalla soggezione alle convenzioni: erano stati prima di ogni possibile giudizio sui loro carnefici, essi, nella loro terribile verità. il momento di scoperta della sua verità, del suo segreto mondo poetico. Così ora neglianni '70 i suoi 'Morti', o la visione della sua morte, lo portano a riscoprire un magma cromatico d'intensa vibrazione con lacerazioni improvvise eviolentissime". La presente acquaforte corrisponde, in controparte, al dipinto dello stesso 1970, presentato alla mostra citata con il numero 59 eappartenente alla "Gallerie de France" di Parigi.
Music, Gorizia 1979