Oertel Abraham detto Ortelius Abrahmus, XVI

Oggetto
stampa colorata a mano
Soggetto
carta geografica: Friuli Venezia Giulia
Titolo
Fori Iulii accurata descriptio
Autore
Oertel Abraham detto Ortelius Abrahmus (1527/ 1598) - cartografo
Hogenberg Franz (1540 ca./ 1590 ca.) - incisore
Cronologia
1573
Materia e tecnica
carta/ acquaforte
Misure impressione
mm - altezza 352, larghezza 475
Misure foglio
mm - altezza 430, larghezza 550
Codice scheda
S_932
Collocazione
Gorizia (GO)
Palazzo della Provincia
Iscrizioni

L'Ortelio fu uno dei maggiori geografi e cartografi del secolo XVI. Nel 1554 conobbe a Francoforte il Mercatore e con questi fece nel 1560 un viaggio in Francia; negli anni precedenti aveva più volte visitato l'Italia. Sembra che l'incitamento e l'esempio di Mercatore lo volgessero direttamente alla elaborazione di carte geografiche. Nel 1570 pubblicò la sua opera più importante, il "Theatrum Orbis Terrarum", in 70 carte (su 53 fogli) incise da Francesco Hogemberg. In esso sono eliminate le carte tolemaiche e incluse soltanto carte di autori contemporanei, dei quali è quasi sempre indicato il nome su ciascuna carta; le carte fatte dall'Ortelio stesso, all'infuori del Mappamondo, sono pochissime. A differenza delle raccolte italiane, le carte sono ridotte tutte a formato uniforme e organicamente coordinate. Per questo il successo fu enorme e, vivente l'autore, se ne fecero non meno di 25 edizioni, mentre numerose altre, ampliate, furono pubblicate dopo la sua morta. La presente carta è la tav. 42 del "Theatrum" orteliano e comparve la prima volta nell'"Addimentum" del 1573. E' una delle più discusse dell'atlante. Il Bagrow l'attribuì allo storico e cartografo ungherese Giovanni Samboky o Sambuco, ma tale attribuzione non regge. Il cartiglio a destra avverte soltanto che la carta proviene dalla biblioteca del Sambuci, non lo dà come autore. Dovunque poi la toponomastica è italiana, talora con forme dialettali che il Sambuco non poteva conoscere. Inoltre essa è quasi identica alla "Fori Julii accurata descriptio" di Donato Bertelli, ma non può esserne una copia, perché questa porta alcuni toponimi che la bertelliana non conosce. Doveva esistere una fonte comune. In questa carta anonima è stata inserita anche l'Istria. "Che l'innesto, un cattivo innesto, sia stato praticato alla latitudine di Trieste ce lo dicono il toponimo S. Serno (S. Servolo) riportato a breve distanza due volte e, inoltre, il centro fortificato di Castelnovo d'Istria che pure compare due volte" (Cucagna). Il disegno dell'Istria deriva dalla nota xilografia "Del sito de Listria" di Piero Coppo. "Il disegno del Friuli è indubbiamente molto migliore e fa di questa carta una delle più interessanti del secolo XVI" (idem). . Questa parte della carta ha molte affinità con quella del Cortona, anche qui nel senso di una fonte comune.

BIBLIOGRAFIA

Cerroni D./ Gaspari P., Il secondo periodo veneto (Seicento/ Settecento), in Enciclopedia Monografica del Friuli-Venezia Giulia, Udine 1978, vol. III, t. 1

Cucagna A., Il Friuli e la Venezia Giulia nelle principali carte geografiche regionali dei secoli XVI, XVII e XVIII, Trieste 1964

Marussi A., Saggio storico di cartografia giuliana dai primordi al secolo XVIII, Trieste 1946

Marinelli O., I monti del Friuli nelle più antiche carte geografiche stampate della regione, in In Alto, Udine 1902, XIII

Marinelli G., Saggio di cartografia della Regione Veneta, in Monumenti storici pubblicati dalla Regia Deputazione Veneta di Storia Patria, 1881, vol. VI, serie IV, Misc.I