in basso a sinistra: Theodorus Matteini invenit
in basso a destra: Rafhael Morghen sculp. Romae
in basso a sinistra: Rome 1795 -
in basso a destra: Alex.r Day -
in basso al centro: ANGELICA E MEDORO IN VARJ MODI / LEGATI INSIEME DI DIVERSI NODI Orlan. Fur. Cant. XIX. Stan. 36 / To His Royal Highness Prince Frederic Augustus / This Plate, is humbly Inscribed, by His Royal Higness's much obliged and most devoted Servant
Secondo Nicolò Palmerini, Raffaello Morghen, su "commissione di M. Day, negoziante di quadri in Roma [.] condusse a termine l'Angelica e Medoro daldipinto di Teodoro Matteini" prima del 1790, quando era ancora a Roma e non era ancora stato chiamato a Firenze, dove giunse nel 1793. Palmerini, allievo e agente di Morghen, documenta due stati dell'incisione: "i primi esemplari con le Lettere portano soltanto i seguenti due versi Angelica, e Medoro in vari modj Legati insieme di diversi nodi i quali furono poscia cancellati, e di nuovo incisi con carattere più piccolo, e con la dedica" (PALMERINI 1824, pp. 18, 139), mentre repertori successivi indicano un precedente stato senza alcuna scritta (LE BLANC 1854-1890, III, p. 51, n. 58).La fortuna del soggetto è attestata da numerose altre incisioni, per esempio quella realizzata in formato rettangolare, e non ovale come quella diMorghen, da Andrea Freschi edita nel 1797 a Londra da Luigi Schiavonetti(cfr. ALBERTON 1990, pp. 280-281), forse derivata direttamente dal quadrodi Matteini, venduto in Inghilterra pochi anni dopo la sua ultimazione.Nell'Ottocento la stampa suscitava una certa pruderie, dichiarata tra l'altro da Francesco Santo Vallardi che, per giustificare l'autore dell'incisione, riteneva che "se questo rame fosse stato di proprietà di Morghen nelpoco tempo che infervorava per la religione e che distrusse tutte le proveche potè riacquistare, certamente avrebbe distrutto pel primo questo soggetto" (VALLARDI 1843, p. 140). La scabrosità del soggetto, che nella raccolta de Brandis comprende altri esempi simili come Giove e Semele di Haussart e Giove e Danae di Poilly, doveva quindi con ogni probabilità consigliare una collocazione della stampa in qualche stanza privata o studiolo persoli uomini.