L'ampiezza dell'area presa in esame, la tipologia di intervento (sorveglianza archeologica) unitamente alla necessità di far procedere il cantiere edile hanno fatto optare gli operatori per un approccio finalizzato alla documentazione delle sezioni portanti, riservando un'attività di scavo archeologico stratigrafico nel caso di emersione di reperti significativi o di elementi strutturali. Dopo un primo approfondimento in area di circa 2 m effettuato a ruspa emersero nella parte occidentale (Settore 4) le prime strutture murarie, prima esposte e poi scavate completamente nel corso della campagna di scavo. Si tratta della Struttura 14, ossia un muretto a secco, probabilmente rinascimentale, fatto per lo più da un’unica fila di ciottoloni, ben conservato, con un’altezza massima di circa 1,20 m; questo, che aveva andamento grosso modo N-S, dall'estremità meridionale del cantiere andava a congiungersi con il muro meridionale della così detta Strtuttura NW. Si tratta di un edificio con volta a botte forse ascrivibile al XVI-XVII secolo e quindi pertinente alla pianificazione dell’area attuata in fase con un primo complesso edilizio (palazzo Joppi? o prima?). La Struttura NW, di cui sono state riconosciute due fasi costruttive, presentava un vistoso rifacimento verso nord evidenziato dalla presenza di una irregolare e sporgente risega effettuata contro terra. L'approfondimento del cantiere nella zona nord-orientale portò alla luce una discreta quantità di materiale ceramico protostorico (tarda età del bronzo e età del ferro); In questa parte del cantiere venne eseguito uno scavo stratigrafico accurato, documentato da due sezioni ortogonali: sezione H-H1 con andamento Est-Ovest, e sezione I-I1 con andamento Nord-Sud. Nella sezione H queste le USS con ceramica protostorica son le seguenti: US 114, US 118, US 150, US 153 e US 161. Si tratta di falde di colluvio a matrice limoso-sabbiosa, in approfondimento da est verso ovest, cioè in asse con il declivio del colle. Nella sezione I le USS con ceramica protostorica sono: US 137, 138, 145, 147. Anche in questo caso si tratta di livelli di colluvio che si approfondivano da sud verso nord. Ad ulna quota leggermente più bassa, in prossimità del limite nord di scavo è stata rinvenuta l’unica struttura conservatasi di età protostorica. Si tratta dei resti di una fossa (US -256) verosimilmente scavata per l’alloggiamento di un grosso palo. Di forma ovale (cm 63 per 53), con pareti da verticali a poco svasate, era conservata per circa 30 cm di profondità. Il riempimento (US 257) era costituito da una grande quantità di frammenti ceramici anche di dimensioni decimetriche, fra cui parti di grandi contenitori decorati da cordoni digitati. I frammenti erano per lo più costipati in posizione verticale lungo le pareti della fossa, associati a diversi ciottoli e grossi frammenti di conglomerato. Questi materiali erano stati certamente utilizzati come “zeppatura” attorno ad un palo ligneo non conservatosi, la cui traccia era desumibile nel settore semicentrale della fossa, riempita in quel punto da ciottolini, limo sabbioso e scarsi piccoli frammenti ceramici.
Lo scavo ha dato prova della frequentazione protostorica del versante del Colle, frequentazione che finora, sulla base dei rinvenimenti effettuati alle pendici dello stesso, era solo ipotizzata. Non è chiaro il carattere di tale frequentazione. La maggior parte delle USS contenenti ceramica erano infatti falde di colluvio provenienti dalla sommità del colle ed anche l'US -256, essendo l'unica struttura in posto di età protostorica rinvenuta, non fornisce informazioni sufficienti dal punto di vista interpretativo. Possiamo comunque dire che c'è stata un'attività antropica protostorica anche su questo versante del Colle.