Individuato e segnalato nel 1983, il sito fu oggetto di varie prospezioni di superficie e di recupero di materiali negli anni successivi. Tra il 1998 e il 2000 il Comune di Codroipo effettuò alcune campagne di scavo con l'èquipe dei Civici Musei di Udine; le indagini permisero il riconoscimento di un'ampia area pertinente all'abitato protostorico. La delimitazione del castelliere è stata chiarita dalla fotografia aerea, che ne ha messo in luce il perimetro pentagonale, sul quale insisteva il terrapieno. L'area interna dell'abitato risultava molto compromessa dai lavori agricoli moderni, tanto che non si sono rinvenute tracce né della sistemazione né dell'organizzazione dell'abitato. Lungo il margine esterno sudorientale si rinvennero fortunatamente alcune strutture, in particolare un tratto del fossato e una canaletta contenente molti scarichi ceramici. Si è quindi recuperato il materiale, che attualmente è esposto nel Civico Museo Archeologico di Codroipo. Si tratta in gran parte di ceramica, pertinente a manufatti quali tazze, scodelle, olle, grandi dolii per lo stoccaggio ma anche fusaiole per la filatura. Molti manufatti presentano delle decorazioni secondo varie tecniche: a cordoni, digitati e non, a pettine, a coppelle. Sono inoltre stati rinvenuti reperti in bronzo, quali frammenti di falcetti, spilloni, un coltello e panelle destinate alla lavorazione. All'esterno, il castelliere era circondato da due corsi d'acqua, che confluivano immediatamente a sud est dell'abitato.
Il sito, di età protostorica, rientra nella tipologia dei Castellieri friulani di pianura, con abitato circondato da aggere rilevato. Gli abbondanti reperti rinvenuti hanno permesso di collocare l'uso dell'area tra il Bronzo medio-recente e la prima età del ferro, anche se da alcuni frammenti litici è testimoniata, pur in maniera sporadica, una frequentazione già dal Bronzo antico.
Codroip, Codroip, Trieste 2008, 1
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Qvadrivium, Qvadrivium. Sulla strada di Agusto. Dalla Preistoria all'Età Moderna. Archeologia di Frontiera-3, Trieste 1999
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