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fronte: d(is) m(anibus) / benemerete Martine quae vi= / xit an(nos) XXV et Maurio frater / eius vixit an(nos) XXXV. Rece{ce}ssit / Martin priie idus octo= / bris in pace fe= / delis. mater doli= / ens contr votu fecit
Lastra parallelepipeda in marmo con iscrizione.
Traduzione: "Agli dei mani; alla benemerita Martina che visse venticinque anni e a suo fratello Maurius che visse trentacinque anni. Martina se n’è andata in pace da battezzata il giorno prima delle idi di ottobre (14 ottobre). La madre addolorata fece contrariamente a quanto si augurava". L'epitaffio venne dedicato dalla madre alla figlia Martina, morta a venticinque anni da battezzata (fedelis), e al figlio Maurius, vissuto trentacinque anni. I due defunti sono raffigurati in basso, ai lati di un alberello e sovrastati da quattro stelle. A sinistra è rappresentata la fanciulla, col capo velato e vestita di tunica manicata; a destra è invece il fratello, anch'egli vestito di tunica. Sulla prima riga dell’epitaffio è inciso un monogramma cristologico tra due colombe. Il ductus è abbastanza regolare. Da notare: alla seconda riga "benemerete" per "benemeritae" e "Martine" per "Martinae"; all'inizio della terza riga vi è un'area cancellata dal lapicida; alle righe tre e quattro "frater eius vixit" sta verosimilmente per "fratri eius qui vixit"; alla quinta riga "priie" sta per "pridie"; alle righe cinque-sei "octobris" sta per "octobres"; alle righe sei-sette "fedelis" (con la F scritta come una E) sta per fidelis, mentre alle righe sette-otto "doliens" sta per dolens; all'ottava riga "votu" sta per "votum".
Vergone G., Le epigrafi lapidarie del Museo Paleocristiano di Monastero (Aquileia), Trieste 2007