Serie di frammenti di intonaco dipinto, appartenenti a un ciclo figurato unitario rappresentante episodi della vita di Achille
I frammenti vanno attribuiti a progetto iconografico di alto livello che doveva caratterizzare le pareti di un ambiente di rappresentanza della villa romana di Torre, secondo schemi e modalità non determinabili con precisione, data la frammentarietà del materiale conservatosi e il ritrovamento degli intonaci al di fuori del contesto originario. Pare, tuttavia, evidente che il fregio fosse collocato a circa tre quarti della parete, al di sopra dei pannelli della zona mediana, in una posizione di privilegio per l'osservatore. Se già Giuseppe di Ragogna aveva riconosciuto come il soggetto degli affreschi fosse legato al mito di Achille, ritenendo che le scene riproducessero l'episodio dell'"ira di Achille", una recente rilettura dei lacerti superstiti da parte di M. Salvadori (cfr. CONTE-SALVADORI-TIRONE 1999, pp. 68-70; 78-101) ha portato ad una differente e più precisa individuazione di determinati momenti della vita dell'eroe omerico (Achille e Troilo, Achille e Pentesilea; lo "svelamento" di Achille tra le figlie di Licomede). I frammenti in esame presentano caratteristiche tecnico-esecutive comuni ad altre serie di lacerti dipinti provenienti dal medesimo contesto, pur differenziandosene per il più alto livello stilistico-formale raggiunto; queste serie "secondarie" raffigurano motivi vegetali, cornici e listelli decorati da elementi geometrici e architettonici o di ispirazione vegetale e animale, ma anche semplici bande e listelli. Sulla base di questa analogia, è possibile attribuire l'intero complesso degli affreschi (con l'unica eccezione di una serie raffigurante elementi di fauna marina) a un intervento decorativo unitario effettuato sulle pareti e sui soffitti dei diversi ambienti della villa, intervento che - per ragioni prevalentemente stilistiche - può collocarsi all'interno della fase di III stile pompeiano, sebbene non manchino motivi legati ancora al II stile. Per la possibile valenza simbolica del mito di Achille, il ciclo di affreschi potrebbe essere messo in relazione con il soggiorno di Augusto ad Aquileia nel periodo della prima campagna pannonica di Tiberio (12 a.C.) (STRAZZULLA 1982-1983, pp. 481-482)
Conte A./ Salvadori M./ Tirone C., La villa romana di Pordenone, Tracce della residenza di un ricco dominus nella Cisalpina Orientale (Quaderni del Museo archeologico del Friuli occidentale, 2), Pordenone - Roma 1999
Oriolo F./ Salvadori M., Tradizione e gusto della pittura parietale romana nella Decima Regio: i casi di Torre di Pordenone, Aquileia e Zuglio, in Le giornate del Castello, Incontri di Studio (Quaderni del Museo archeologico del Friuli occidentale, 1), Udine 1997
Restauri e ritrovamenti, Restauri e ritrovamenti '87-'90, Udine 1991
Strazzulla M.J., Sistemi decorativi privati di età augustea: una villa imperiale ad Aquileia?, in Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli studi di Perugia, 1982-1983, 20, 1
Menis G.C., Le origini della pittura in Friuli, in Quaderni di cultura, Udine 1968-1969, 16
di Ragogna G., Dove le più antiche testimonianze del Friuli, Pordenone 1954
di Ragogna G., Cordenòns sulla Maestra Vecchia riscopre i resti della sua romanità, in Il Gazzettino, 1952/01/17
Antonini D., Visita alla collezione archeologca di Torre, in Il Gazzettino, 1951/12/14