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su bronzine ai lati della puleggia di trasmissione: 25 MSM
Macchina formata da due corpi identici che condividono un perno mobile d'acciaio, collegato all'albero motore per mezzo di una puleggia montata su una bronzina in ghisa, dove passa la cinghia di trasmissione. Alle estremità filettate del perno sono innestati, su bronzine in ghisa, due elementi in legno di forma troncoconica #trottoli#. Su ciascuno dei due trottoli è infilata un'estremità delle due cinghie di cuoio chiuse ad anello, usate per la molatura; l'altra estremità viene invece sistemata ciascuna su una puleggia in folle, montata per mezzo di bronzine in ghisa su un asse d'acciaio; le due pulegge sono collocate frontalmente rispetto al trottolo corrispondente, distanziate da questo nella misura necessaria a tendere il nastro di molatura. Le pulegge sono a gola, con raggi elicoidali; al centro dei raggi è collocato l'ingrassatore. Il perno con i trottoli da un lato e le due pulegge dall'altro sono sostenuti da basi a cavalletto in ghisa. I sostegni delle pulegge hanno predisposti alla base dei fori per il fissaggio con bulloni al pavimento e, nella parte superiore, delle scanalature per regolare la distanza della puleggia dal trottolo, sulla base della lunghezza del nastro. Due ferri piegati ad angolo retto, fissati lateralmente rispetto alle pulegge, consentono di mantenere in posizione il nastro perchè non si sfili, rischio comunque limitato dal solco della gola della puleggia.
sgrossatura, brunitura e lucidatura dell'interno degli occhielli delle forbici
Si ammorbidiva il nastro di cuoio che ogni sera veniva trattato con la colla e lo smeriglio, piegandolo ripetutamente. Quindi un'estremità del nastro veniva montata sulla puleggia e l'altra sul trottolo corrispondente. A motore acceso, si toglieva la cinghia dai trottoli e vi si infilavano le mezze forbici in serie di 10/15 pezzi, dalla parte dell'occhiello. Completata la molatura dell'occhiello, il pezzo finito era tolto dal nastro. Terminata la serie di forbici, si riempiva il nastro con la serie successiva. A meno che l'operatrice non fosse mancina, il nastro veniva messo sul trottolo con la mano destra; le due pulegge erano quindi collocate frontalmente, da una parte e dall'altra rispetto al perno con i trottoli attaccato alla cinghia di trasmissione.
L'informatore riferisce, come possibile costruttore della macchina, un artigiano locale conosciuto come #Paolin della filanda#. Questa macchina è stata usata all'interno della ditta Be.di.ma. fino agli anni '57-'58 quando nella fabbrica sono state tolte le cinghie di trasmissione e si sono cominciate ad utilizzare molatrici dotate ciascuna di un motore.
Rosa Fauzza P., Il lavoro nelle coltellerie di Maniago, s.l. 2005
Rosa Fauzza P., L'arte fabbrile a Maniago. Catalogo della mostra, Maniago (PN) 1998