punzonatrice a caldo per marchiatura, produzione industriale

Oggetto
punzonatrice a caldo per marchiatura
Categoria
meccanica
Ambito di produzione
produzione industriale
Cronologia
1925 - 1949
Localizzazione
Maniago (PN)
Museo dell'arte fabbrile e delle coltellerie
Ex CO.RI.CA.MA.
Codice scheda
PST_235

MKacchina formata da una base sostenuta da un cavalletto, su cui è fissata la struttura portante, costituita da due cilindri in acciaio mantenuti paralleli da una staffa in ottone posta in sommità. Sui cilindri scorrono, per mezzo di boccole di bronzo, due staffe che trattengono un pistone centrale che termina con il mandrino cubico dove viene alloggiato il punzone di bronzo. All'interno del mandrino ha sede una resistenza a bassa tensione che serve a riscaldare il punzone, collegata mediante fili, oggi mancanti, ad un trasformatore posto sotto il piano d'appoggio e collegato alla rete elettrica. Il punzone si abbassa su una base d'acciaio sorretta da pilastrini dotata di due fermi regolabili per trattenere il pezzo in lavorazione. Le due staffe che trattengono il pistone centrale mobile sono collegate a due aste che trapassano la base e che sono collegate al pedale a leva, incernierato al cavalletto. La pressione esercitata sul pedale corrisponde all'abbassamento delle due aste collegate alle staffe. Il ritorno in posizione normale del pedale è assicurato da una molla collegata all'altra estremità della leva del pedale. Alle due aste che si muovono verticalmente è collegata mediante un sistema di leve, di cui l'ultima è un'asticella di forma ricurva, una ruota dentata, protetta da disco d'acciaio, che assicura la rotazione del rullo su cui è montato il nastro impregnato d'inchiostro, collocato posteriormente alla macchina. Un secondo rullo, di diametro minore, serviva semplicemente a tenere fermo il nastro. Le leve di collegamento sono regolabili per adattare la lunghezza del nastro alle dimensioni della scritta da riportare sul manico.

FUNZIONE

Apporre, a coltello finito, sui manici in legno o plastica dei temperini, i marchi di fabbrica dei committenti, a scopo pubblicitario.

MODALITA' D'USO

L'operatore regolava i fermi sulla base d'appoggio e vi posizionava il manico da marchiare; regolava quindi l'avanzamento del nastro a seconda della lunghezza della scritta da apporre e procedeva alla timbratura schiacciando il pedale. Il nastro imbevuto di inchiostro passava tra il punzone applicato al mandrino e il pezzo da marchiare appoggiato alla base. Il nastro già utilizzato veniva tagliato. Prima di fare pressione sul pedale, l'operaio aspettava alcuni secondi che il punzone si scaldasse per effetto della resistenza interna al mandrino; i manici in legno necessitavano di maggior calore per essere marchiati rispetto a quelli di plastica, anche perché la marchiatura implicava non solo un riporto del colore del nastro sul manico, ma anche l'incisione del materiale che nel caso del legno è più duro rispetto alla plastica.

Informatore: Luciano Nocent, coltellinaio in pensione

BIBLIOGRAFIA

Rosa Fauzza P., Il lavoro nelle coltellerie di Maniago, s.l. 2005