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Macchina da banco poggiante su una base rettangolare, fissata con viti ad un asse di legno con gli angoli smussati e dello spessore di circa 5 cm. La struttura portante in ghisa sostiene l'albero cilindrico che collega il mandrino, che deve trattenere il maschio filettato, a due dischi conici, e un albero conico, azionato a motore tramite una puleggia attraverso cui passava una cinghia di trasmissione, che si frappone tra i due dischi. Sulla base di legno sono fissate con piccoli chiodi, tre targhette metalliche con incisi i codici degli articoli e le misure dei filetti corrispondenti. Dalla tavola di legno sporgono tre grosse viti che ne consentivano il fissaggio al banco di lavoro. A lato della macchina, fissato con chiodi alla base in legno, un contenitore rettangolare in lamiera.
Filettare il foro dov'è inserita la vite per assemblare le due parti della forbice.
Tenendo in mano la forbice, si premeva il foro da filettare contro il maschio trattenuto dal mandrino, collegato ai due dischi conici tra cui si frappone l'albero a motore. Premendo la forbice sul maschio, il disco conico frontale aderisce all'albero conico facendolo ruotare nel senso dell'avvitamento; tirando a sé la forbice, il disco retrostante entra in contatto con l'albero conico, facendo ruotare il maschio nel senso opposto, provocando lo svitamento dell'utensile dal pezzo.
Informatore 1: Adalgiso Rovere, coltellinaio in pensione. Informatore 2: Dario di Chiara, titolare della ditta Be.Di.Ma di Maniago. I riferimenti ad articoli da ricamo sulle targhette metalliche porta Di Chiara a ritenere che la filettatrice in questione provenga dalla ditta Pietro Rosa o da un artigiano che lavorava in conto terzi per questa ditta.
Rosa Fauzza P., Il lavoro nelle coltellerie di Maniago, s.l. 2005