Parallelepipedo con ridotta profondità e superficie lavorata in modi diversie colorata con acrilici. Le due facce sono diverse.
E’ Elio Bartolini a scrivere l’introduzione del volume dedicato all’opera di Paolo Falaschi, edito nel 2001. Dal testo traspare la frequentazione e il rapporto di stima e amicizia che intercorre tra i due: più volte Bartolini è stato ospite nello studio dello scultore, ma anche nella sua galleria a Passariano di Codroipo. Falaschi è stato il tramite per la conoscenza di artisti e, tra le attività culturali promosse dalla galleria, ha anche pubblicato due raccolte di poesie di Bartolini: "Cansonetutis e altris cansonetutis" (1981) e "Cansonetutis Tiersis" (1982), rispettivamente contenenti tavole di Sergio Altieri e Virgilio Tramontin. Questa scultura è stata donata dall'artista al Comune perchè diventasse parte integrante della collezione d'arte Bartolini. Essa può essere legata al dipinto presente in collezione e realizzato nel medesimo periodo. E' un'opera della serie di strutture quadrangolari denominate dall’artista “paracarri”, di color nero interrotto da campiture di forma irregolare rosse, blu e in particolare dorate. Le facce di questi parallelepipedi sono tra loro diverse sia per gli accostamenti cromatici, sia nel trattamento delle superfici: a volte lisce, altre leggermente bocciardate, scalfite o incavate, suddivise in zone evidenziate dalla stesura uniforme del colore. Del periodo giovanile, successivo al diploma ottenuto all’Istituto statale d’arte di Udine dove ha per maestri Albino Lucatello e Dino Basaldella, rimane un dipinto del 1969 il Toro: Falaschi mostra di allontanarsi dalla figurazione per perseguire attraverso la sperimentazione di tecniche e materiali soluzioni astratte. Dagli anni Ottanta si interessa anche all’affresco, alla calcografia e realizza alcuni interventi di arte ambientale. Elemento peculiare dell’arte di Falaschi è la presenza dell’oro: un richiamo all’arte medievale e ai suoi significati metafisici. Bartolini vi legge un forte legame con le sue origini toscane, “la suggestione delle tante Madonne senesi e pisane, e dell’oro che le circonfonde e le esalta sulle pale di questa terra, riflesso dell’oro di quel paradiso che le ha accolte” (BARTOLINI, 2001). Anche le sculture dei “paracarri”, delle più piccole “predelle” come questa, tavolette che esaltano la loro vivacità e articolazione se avvicinate in sequenza, fino ai più recenti “totem” si accendono di luce per mezzo della foglia d’oro stesa in spazi allungati dal contorno irregolare, per definire la verticalità della struttura, o ampi a rivestire sezioni modellate del volume. Similmente in questo dipinto sullo sfondo nero l’area dorata è interrotta da un rettangolo blu e limitata da un cuneo rosso e dalla striscia di base: Falaschi sviluppa in un ciclo di opere su carta, l’apposizione di forme semplici dai colori primari all’oro variando disposizione e ampiezza in un continuo mutare di equilibri.
Elio Bartolini Arte, Elio Bartolini. La collezione d'arte della Città di Codroipo, Udine 2011
Bartolini E./ Coretti P., Paolo Falaschi, Pasian di Prato (UD) 2001