Il Ciclo del Progresso è costituito da otto tele unite da un preciso programma iconografico volto a celebrare attraverso figure allegoriche le attività dell'Industria e del Commercio, affiancate dalla Storia e dalla Geografia, dalle scoperte più eclatanti del XIX secolo, quali l'Elettricità e la trazione Meccanica, e dalle attività che le rendono possibili, cioè la Navigazione e i Trasporti terrestri.
Il ciclo fu eseguito nel 1897 da Eugenio Scomparini, Antonio Lonza, Giuseppe Barison, Guido Grimani e Giuseppe Pogna, gli artisti triestini che in quel tempo erano maggiormente in auge, per decorare la sala del Caffè alla Stazione a Trieste, un tempo situato in Piazza della Libertà 3. Il proprietario Antonio Carmelich aveva infatti voluto rinnovare l'ambiente seguendo il più aggiornato gusto modernista, che prescriveva una continuità tra l'apparato decorativo dipinto e modellato e l'arredo: le tele abbellivano le pareti della sala, ed erano inquadrate da cornici in stucco affiancate da festoni e medaglioni di soggetto mitologico, anch'essi in stucco, mentre il soffitto presentava motivi dipinti a tempera. Completavano l'arredo dell'ambiente ricche lampade in ferro e la tappezzeria. Come afferma Francesca Castellani (2001), che ha ricostruito le vicende del ciclo, il complesso rimase in situ fino al 1955; in seguito la proprietaria Caterina Licen Miklavetz lo fece smantellare, nonostante il decreto di vincolo che il Commissario Generale del Governo le aveva notificato, e le tele furono portate in deposito nell'ufficio postale di Piazza Libertà. Nel 1972, Wanda Miklavetz, l'ultima erede, vendette i due quadri di Scomparini a Giorgio Franco, mentre gli altri pannelli rimasero esclusi dalla compravendita. La Soprintendenza aveva cercato invano di far valere sui dipinti di Scomparini il diritto di prelazione, tentativo che fu però respinto dal Consiglio Superiore del Ministero della Pubblica Istruzione allora competente, in quanto si affermò che le due tele non rivestivano particolare interesse per lo Stato. Il nuovo proprietario concesse comunque il deposito dei due dipinti a Palazzo Economo, e finalmente nel 1979 il ciclo fu nuovamente riunito quando la Cassa di Risparmio di Trieste acquistò dal Franco le due tele di Scomparini e le altre sei rimanenti, concedendo in comodato alla Soprintendenza l'intero complesso, che è allestito ancora oggi al secondo piano di Palazzo Economo.
Castellani F., Il "Ciclo del Progresso" dal Caffè alla Stazione di Trieste, in La Galleria Nazionale d'Arte Antica di Trieste. dipinti e disegni, Trieste/ Cinisello Balsamo 2001