Noi usiamo i cookies
Questo sito NON utilizza alcun cookie di profilazione. Le informazioni raccolte attraverso i cookies di tracciamento e performance non identificano alcun visitatore individuale. Se vuoi aiutarci a garantire un servizio migliore premi il pulsante [Accetta], altrimenti scegli [Rifiuta]. Per maggiori informazioni leggi l'informativa estesa sull'uso dei cookie.
L'opera, realizzata con una tecnica pittorica su tela, si compone di linee puntinate che si ripetono in modo ondulato, creando un effetto dinamico e vibrante. Le curve e le sovrapposizioni suggeriscono movimento.
L'opera si presenta come un esempio emblematico dell'approccio alla psicologia della percezione visiva dell'artista e ne richiama gli studi psicologici. L'assenza di confini netti stimola la percezione dello spettatore, lasciando che completi l'immagine con l'immaginazione. Questo approccio caratterizza gran parte della ricerca di Kanizsa. L'opera, priva di un titolo esplicito, si inserisce nel filone delle sue indagini sulla percezione, utilizzando forme non figurative. Gaetano Kanizsa dal 1953 al 1983 è stato docente all’Università degli studi di Trieste, dove ha fondato l’Istituto di Psicologia ed è celebre, in particolare, per aver introdotto il "triangolo di Kanizsa", una figura illusoria che esplora il modo in cui il cervello umano interpreta le forme incomplete. Il suo lavoro di ricerca ha avuto un impatto significativo nel campo della psicologia della Gestalt. Per altre notizie si rimanda alla scheda OA_135684 ma soprattutto a quanto presente sul portale del Sistema Museale di Ateneo dell'Università degli Studi di Trieste (vedi link). La tela in esame fa parte di un gruppo di dipinti dell’autore donati da Michela Spanghero in occasione del primo centenario dell'Università inseriti nel Fondo Gaetano Kanizsa dell'Ateneo