Noi usiamo i cookies
Questo sito NON utilizza alcun cookie di profilazione. Le informazioni raccolte attraverso i cookies di tracciamento e performance non identificano alcun visitatore individuale. Se vuoi aiutarci a garantire un servizio migliore premi il pulsante [Accetta], altrimenti scegli [Rifiuta]. Per maggiori informazioni leggi l'informativa estesa sull'uso dei cookie.
sul bordo della parte centrale: PATER FILIUS SPS SCS MATHIS GABRICEL IOHANNES SYNAGOGA MARCUS ECCLESIA LUCAS IOHANNES MICHAHEL MARIA
cartiglio: MARCUS LUCAS
Specchio anteriore: Si tratta di una complessa raffigurazione della Crocefissione intagliata a giorno in una tavoletta di legno di bosso che poggia su una lamina d'argento dorato e poi montata entro una cornice in argento niellato con decorazioni a stelle e racemi su cui sono applicati sei tondi incisi (un tempo smaltati).
La questione critica più dibattuta è l'origine del manufatto e se si tratti di un opera frutto di un unica bottega o se al contrario non sia il prodotto di un assemblaggio di componenti la cui origine è completamente diversa. Gli ultimi studi (Cfr. la tesi di laurea di Sandra Guatto) offrono su questa questione interpretazioni suggestive. Mentre il piatto posteriore con la raffigurazione araldica viene confermato oggetto di origine germanica e collocato alla fine del XII secolo (1170-1180), il piatto anteriore, nella sua parte in bosso, potrebbe essere stata realizzata in area altoadriatica nella prima metà del XIII secolo e poi montato in occasione del dono da parte di Elisabetta d'Ungheria (1207-1231) a suo zio Bertoldo di Andechs-Merania che fu patriarca di Aquileia tra il 1218 e il 1251. Tuttavia la questione è ancor più complessa se si pensa che l'oggetto, compreso il salterio, fu confezionato da un atelier sassone forse per Sofia di Baviera in occasione del suo matrimonio con il langravio di Turingia Ermanno. Poi il libro di preghiera potrebbe essere passato a Elisabetta d'Ungheria quando, nel 1211, giunse alla corte di Turingia per il suo fidanzamento con il primogenito dei Langravi e da questa, allo zio Bertoldo e da questo, infine, a Cividale del Friuli. Da un punto di vista stilistico, nella valva anteriore della Crocefissione, colpiscono in particolar modo i panneggi, tratteggiati con fittissime pieghettature tanto insistenti da conferire alle vesti un effetto di estrema eleganza e ricercatezza. Risulta poi importante rilevare come componenti bizzantine siano ancora presenti in quest'opera, come d'altra parte in molte opere di area germanica di quest'epoca, e tuttavia siano state rilette con un linguaggio tutto occidentale e molto più narrativo e didattico-allegorico. La valva posteriore trova riscontri nelle scatole e nei cofanetti di uso prettamente profano diffuse durante il basso Medioevo negli ambienti di corte.
Gaberscek C., Saggi. Schede, in Ori e tesori d'Europa. Mille anni di oreficeria nel Friuli-Venezia Giulia, Milano 1992
Bertolla P./ Menis G.C., Oreficeria sacra in Friuli, Udine 1963
Marchetti G., Gemona e il suo mandamento, Udine 1958