Piatto circolare con bordo rilevato, decorato con fitti intrecci di motivi ad arabeschi, nodi e medaglioni intrecciati, cui si aggiungono, versetti del corano e il nome dell'autore, Mahmùd al-Kurdi, cioè del Kurdistan.
Il piatto, firmato dall'artista curdo Mahmùd al-Kurdi, appartiene a una tipologia di manufatti di produzione islamica molto apprezzata in ambito veneziano nel periodo rinascimentale e che, proprio a partire dalla città lagunare, ebbe poi diffusione in tutta l'Europa. Essi sono detti azzimini, parola derivata dall'arabo ajamini con cui si indicavano comunemente i persiani e da cui discende anche il termine agemina o ageminatura che ne indica la tecnica decorativa. Nel Museo archeologico nazionale di Cividale si conservano altri oggetti simili, tra i quali un altro piatto firmato dallo stesso autore. Nell'inventario del 1546 sono menzionati "il bacil e calderon lavoradi in azimina [...] del quondam m. Daniel Gallicino" che, evidentemente, li aveva donati al capitolo della Collegiata. Il manufatto veniva utilizzato per sorreggere altri contenitori durante cerimonie particolari.
Gaberscek C., Saggi. Schede, in Ori e tesori d'Europa. Mille anni di oreficeria nel Friuli-Venezia Giulia, Milano 1992
Gaberscek C., Oreficeria del Trecento a Cividale, in Forum Iulii, 1985, 9
Cremonesi A., Cividale. Guida storico artistica, Udine 1980
Bergamini G., Cividale del Friuli. L'arte, Udine 1977
Bertolla P./ Menis G.C., Oreficeria sacra in Friuli, Udine 1963
Marioni G./ Mutinelli C., Guida storico-artistica di Cividale, Udine 1958
Santangelo A., Catalogo delle cose d'arte e d'antichità d'Italia. Cividale, Roma 1936
Fogolari G., Cividale del Friuli, Cividale del Friuli (UD) 1906