Orecchini di lamina d'oro 12 K composti da una parte superiore a scudo, lavorata in rilievo con un motivo a palmetta e volute scanalate, e da un pendente a forma di fuso, a cui è sospeso un ciondolino con un vago oscillante di forma sferica. L'ardiglione s'aggancia ad un anellino della parte superiore.
La forma richiama quella di alcuni disegni del campionario degli anni 1846-50 della ditta Ott di Schwäbisch Gmünd. Nel XIX secolo la città tedesca era uno dei centri più importanti di produzione ed esportazione di gioielli. Forte di una lunga tradizione artigianale, si era specializzata nella produzione di piccoli gioielli per i ceti medio-bassi, di accessori del costume popolare, di oggetti devozionali in filigrana, in metalli non nobili e materiali poveri. Dopo un'iniziale resistenza all'introduzione della lavorazione in serie, verso il 1830 furono impiantate le prime fabbriche che impiegarono da subito centinaia di persone per una produzione diffusa soprattutto in Europa Centrale (M. Malni Pascoletti, 1989, p. 32, nota 57). Ex voto della chiesa di Sant’Ignazio in Gorizia. Acquisto 1985.
Malni Pascoletti M., Aureo Ottocento. La collezione di gioielli dei Musei Provinciali di Gorizia, Udine 1989