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di lato a destra: Ю. Анненков
Figura femminile seduta colta frontalmente. Il capo è leggermente reclinato sulla spalla destra e ha lo sguardo abbassato. È seduta sul fianco sinistro mentre porta la gamba destra, ripiegata, verso il busto. Il braccio destro poggia sulla coscia destra. Indossa una veste verde chiaro a manica corta. La figura è collocata su uno spazio indefinito creato da forme appuntite e circolari. L’intera gamma cromatica è resa con colori accordati sullo stesso tono, spaziando dai blu ai rosa, dai gialli ai marroni ai verdi.
In seguito all’esilio della famiglia per dell’attività rivoluzionaria del padre Pavel Annenkov, Yury Pavlovich Annenkov nasce nel 1889 nell’estremo oriente russo della penisola di Kamčatka. Nel 1894 la famiglia Annenkov fa ritorno a San Pietroburgo, dove Yuri Pavlovich inizia a frequentare i corsi dell'Istituto di Disegno Tecnico diretto dal barone Štiglic. Nel 1908 si iscrive alla Facoltà di legge dell'Università di San Pietroburgo, dove stringe amicizia con Il'ja Repin che, diventato suo maestro e mentore, lo spinge a continuare sulla strada della pittura. Prende così lezioni private nello studio del pittore Savelij Zejdenberg insieme a Marc Chagall e segue fino al 1911 i corsi di Jan Cionglinskij. Su consiglio di questi si reca dal 1911 al 1913 a Parigi, segue le lezioni private di Maurice Denis e Félix Vallotton e dipinge sotto l'influenza del cubismo e del futurismo. Dopo un soggiorno in Bretagna e in Svizzera, torna a San Pietroburgo nel 1913, dove, oltre alla pittura, si dedica alla scenografia e all'illustrazione di libri. Nel 1919-1920 realizza una serie di assemblaggi e collage scultorei influenzati dal movimento Dada. Nel 1922 completa il suo libro “Ritratti” con ottanta immagini di artisti russi dell’epoca. Nel 1924 si reca a Venezia per l'apertura della XIV Esposizione internazionale d'arte ed espone quattro tele (i ritratti di Lev Trockij, Vjačeslav Polonskij, Аleksandr Tichonov e una Primavera) e dieci disegni (i ritratti di Abram Efros, Aleksandr Benois, Michail Babenčikov, sei nature morte, di cui una a rilievo, e uno Studio di modella). Terminato il soggiorno veneziano, Annenkov viaggia per un breve periodo per l'Italia, per poi lasciare definitivamente la Russia per andare a vivere prima in Germania e poi a Parigi dove pubblica articoli di critica teatrale e d'arte sulle riviste «Russkaja mysl'» e «Sovremennye zapiski», firmandosi con lo pseudonimo "B. Temirjazev". Nei decenni seguenti è spesso in Italia in veste di costumista cinematografico per numerose coproduzioni franco-italiane. Muore a Parigi nel 1974. Limitandoci all’analisi della produzione pittorica di Annenkov, già agli esordi della sua arte si percepisce una particolare attenzione al cubismo francese declinato in uno stile personale che difficilmente giungerà ad una totale scomposizione formale del soggetto, quasi sempre individuabile e riconoscibile. Analizzando i principali temi raffigurati nell’opera grafica e pittorica di Annenkov, lungo la sua carriera vediamo prediligere oltre alla ritrattista, la figura femminile spesso colta nelle sue nudità come già a partire dal 1906 con “Nudo con un libro”, disegno a matita su carta di collezione privata. Accanto alla resa di corpi nudi, l’artista ama anche ritrarre giovani donne, modelle o conoscenti, nella loro intimità domestica come ad esempio “Ritratto femminile” degli anni 1910, olio su tela conservato al Museo Regionale d'Arte di Ivanovo, dove l’effigiata è colta mentre si toletta davanti ad un tavolo sul quale sono sparsi, profumi, pettini, specchi e ciprie. La figura femminile della collezione De Martiis, realizzata nel 1920 circa, si inserisce pertanto in questo filone di ritrattistica femminile dove vediamo la giovane donna seduta in una posa sinuosa inserirsi in uno spazio indefinito di forme e colori. L’accurata gamma cromatica dell’intera composizione mostra una padronanza da parte dell’artista della materia pittorica stesa modulando sapientemente gli effetti chiaroscurali per ottenere la tridimensionalità della forma. La figura è ancora sensibilmente naturalistica, se pur contornata da uno spesso segno scuro che sembra citare lo stile cloisonné dei Nabis. Esiste inoltre una versione pressoché identica del dipinto cividalese realizzata nel 1930 ma di collocazione sconosciuta, forse privata, che Annenkov titola “Ricordo della giovinezza”. Prima di diventare di proprietà di De Martiis, l’opera nel 1980 si trovava nella collezione Ratner di Leningrado, nel 2001 nella collezione Jean Chauvlin di Parigi e nel 2018presso la collezione Georg Soldatenko di Riga (Emblemi delle Avanguardie Russe. Collezione De Martiis, a cura di S. Colussa, Tolmezzo (UD) 2021, p. 94).
Emblemi Avanguardie, Emblemi delle Avanguardie Russe. Collezione De Martiis, Tolmezzo (UD) 2021
Cecchetto S., Emblemi dalle avanguardie, in La collezione famiglia De Martiis a Cividale del Friuli, Cividale del Friuli (UD) 2020