in basso a destra: Vedova
Composizione astratta formata dall’intrico di energiche pennellate bianche, rosse e nere su fondo ocra chiaro.
Emilio Vedova dall'immediato dopoguerra carica di violenza espressionista il suo astrattismo attraverso un acceso gestualismo che lo contraddistinguerà negli anni a venire. La sua ricerca, che affonda intorno alla visionarietà del Tintoretto e di Rembrandt, alla personale lettura del Futurismo sino all’Espressionismo astratto americano, lo porta ad un proprio linguaggio in cui linee, macchie, grovigli divengono il suo modo di dare allo spazio pittorico la metafora della condizione umana. Il maestro veneziano, che dal secondo dopoguerra ottiene una posizione di rilievo nel panorama artistico nazionale ed internazionale, incentra pertanto la sua poetica sulla consapevolezza che la pittura è un mezzo per stabilire relazioni tra le proprie emozioni e la realtà esterna rivelandone la sua funzione morale come documento del comportamento umano (R. Chiappini, “Lo spazio metafora della condizione umana”, in “Emilio Vedova”, catalogo della mostra (Lugano, Museo d'arte Moderna, 12 settembre-7 novembre 1993), Electa, Milano 1993, pp. 17-24). Alla produzione degli anni Ottanta si riferiscono le opere della collezione De Martiis come “Senza titolo” del 1986 il cui andamento della composizione “[…] districa il segno di un ritmo coerente che spezza l’unità dello spazio, per ricomporla nella continuità di un carattere disgiunto tra vuoti e pieni […] il colore dichiara un bianco dominante che scorre all’interno del foglio come lo scioglimento di un ghiacciaio interiore che fluisce e compenetra. Ma l’artista non abbandona il gioco barocco dei contrasti, l’opposto assoluto del nero confluisce ancora in linee marcate ai bordi del perimetro della carta, quasi a sugellare un confine che non è dato oltrepassare.” (“La Collezione della famiglia De Martiis a Cividale del Friuli”, a cura di S. Cecchetto – C. Beltrami, scheda, Cividale del Friuli, 2019, pp. 191-192). Come riportato nel catalogo del museo, l’opera è registrata presso l’Archivio della Fondazione Emilio e Annabianca Vedova di Venezia.
Collezione Famiglia De Martiis Cividale, La collezione famiglia De Martiis a Cividale del Friuli, Cividale del Friuli (UD) 2020
Cecchetto S., La collezione De Martiis: un percorso del gusto, in La collezione famiglia De Martiis a Cividale del Friuli, Cividale del Friuli (UD) 2020
Chiappini R., Lo spazio metafora della condizione umana, in Emilio Vedova, Milano 1993