sul retro: Guidi 1971
In posizione sdraiata sul fianco, appare una figura umana appena accennata. Essa è collocata in basso e occupa tutta la metà inferiore del dipinto. Resa con pennellate gialle e bianche si staglia sul fondo blu restituito ai lati della tela con tratti ondulati, mentre al centro il colore è steso in modo uniforme seguendo una forma triangolare.
Secondo la riflessione di Luca Cecchetto questo dipinto si rifà alla tradizione pittorica di riprodurre la figura di donna sdraiata, dalla Venere di Urbino di Tiziano all’Olympia di Manet, secondo uno spazio pittorico in cui si “pone l’accento sulla dimensione ‘piana ‘ della pittura, annullandone l’illusione della profondità […] e sopprimendo ogni rapporto di tipo gerarchico tra i diversi elementi della composizione […]”. (“La Collezione della famiglia De Martiis a Cividale del Friuli”, a cura di S. Cecchetto – C. Beltrami, scheda, Cividale del Friuli, 2019, p. 171). Qui, infatti, cogliamo una rappresentazione in cui tutto ciò che è superfluo è stato eliminato, mentre figura e spazio sono ridotti all’essenza. La composizione fa parte del ciclo “Uomo e cielo”, come si evince dal catalogo generale, qui datata 1970, e si inserisce in una fase matura della produzione artistica di Guidi. (cfr. F. Bizzotto-D. Marangon-T. Toniato, “Virgilio Guidi. Catalogo generale dei dipinti”, Vol. III, Electa, Milano, 1998, n. 65, p. 111). L’artista nell’ultimo decennio della sua produzione, sostanzialmente dal 1969 al 1984, produrrà dei cicli pittorici che si manifestano attraverso forme primarie: occhi, volti, figure umane che hanno la valenza estetica di pure “apparizioni” come se fossero invase da una luce cosmica che ne modella la materia. “Uomo e cielo” è uno dei cicli conclusivi di Guidi, versione in cui lo spazio sovrastante alla figura umana è contraddistinto da pennellate ondulate e dove non vi è alcun’altra presenza. Esso infatti si distingue dal coevo ciclo “Uomo nello spazio” dove troviamo prevalentemente la presenza di un grande occhio che campeggia nel cielo. Toni Toniato ne dà una suggestiva interpretazione sostenendo che “le figurazioni del ciclo conclusivo sul tema dell’”Uomo e cielo” […] dimostrano innanzitutto di possedere l’intangibile suggello d’una bellezza suprema, forse già esiliata dal mondo, ma qui ritornata ad abitare lo spazio misteriosamente flagrante di quel totale evento luminoso rispecchiando l’estremo colloquio dell’uomo, quasi una sua invocazione urlata sul vuoto di un abisso dell’anima”. “T. Toniato, “Ultimo periodo (1969-1984)”, in: F. Bizzotto-D. Marangon-T. Toniato, “Virgilio Guidi. Catalogo generale dei dipinti”, Vol. III, Electa, Milano, 1998, p. 1033). L’opera è registrata presso l’Archivio Storico Artisti Veneti di Venezia.
Collezione Famiglia De Martiis Cividale, La collezione famiglia De Martiis a Cividale del Friuli, Cividale del Friuli (UD) 2020
Prete E., Vicende dell'arte a Venezia dal dopoguerra alla fine degli anni Cinquanta, in La collezione famiglia De Martiis a Cividale del Friuli, Cividale del Friuli (UD) 2020
Cecchetto S., La collezione De Martiis: un percorso del gusto, in La collezione famiglia De Martiis a Cividale del Friuli, Cividale del Friuli (UD) 2020
Bizzotto F./ Marangon D./ Toniato T., Virgilio Guidi. Catalogo generale dei dipinti, Milano 1998, 3