Ritratto della famiglia Licini, dipinto, Madrian Giovanni, XIX

Oggetto
dipinto
Soggetto
ritratto di gruppo: famiglia Licini
Autore
Madrian Giovanni (1810/ 1872)
Cronologia
1852
Misure
cm - altezza 78, larghezza 104.5
Codice scheda
OA_131813
Collocazione
Trieste (TS)
Villa Sartorio
Civico museo Sartorio. Quadreria
Iscrizioni

Il dipinto (cfr. I grandi vecchi 1998) è stato restaurato pochi anni fa e il restauro ha messo in luce la firma e la data visibili in basso a sinistra "G. Mandrian 1852". Perciò esso è da attribuire al pittore Giovanni Mandrian , nativo probabilmente di Gorizia, che si specializzò nella ritrattistica, mostrando nell'attenzione al dato naturale e nella pittura caratterizzata da un rigore disegnativo l' influsso di Giuseppe Tominz. Il 16 dicembre 1943 Adele Licini dono' ai Civici Musei di storia ed Arte di Trieste questo quadro di famiglia e nella scheda d'acquisizione furono indicati i nomi dei protagonisti in esso effigiati. Risulta cosi che la donna seduta e Giannina Licini circondata dai suoi quattro figli: i due maschi divennero ingegneri e morirono giovani, le due femmine sposarono l'una Giovanni Buffolini, l'altra il dottor Fabrici. La ricerca tra i repertori dell'Anagrafe di Trieste non e riuscita purtroppo a fornire maggiori notizie. Il censimento del 1857 informa sull'esistenza di una famiglia Licini composta dai genitori e da tre figli, tutti pero nati alcuni anni dopo la realizzazione del nostro dipinto. La famiglia, abito alcuni anni a Trieste, ma dal 1869 risulta pertinente a Pola.La madre veste un abito bianco con scollatura che lascia nude le spalle, completato da uno scialle morbidamente drappeggiato attorno ai fianchi, la cui trasparenza fa intravvedere il candido incarnato. I gioielli sono in pendant : orecchini, collana, braccialetto e anello in oro e smalti di raffinata fattura. A destra la bimba piu grande, dall'evidente somiglianza con la madre e pettinata alla stessa maniera, indossa un abito di seta blu chiaro, meno scollato ma alla moda, impreziosito da una collanina d' oro. Sulla sinistra, la figlia minore, i capelli corti, l' abitino rosa con le maniche arricciate e attratta dall'evanescente incosistenza della bolla di sapone, soffiata dal fratello. I due fratelli maschi vestiti elegantemente allo stesso modo indossano una giacca nera con panciotto di raso bianco e papillon, stretto attorno al collo della camicia inamidata. La composizione appare studiata : la figura della madre e quella di maggior risalto, per il bianco serico dell' abito e per il modo di porgere il capo e di volgere lo sguardo appena di un po discosto da quello dell' osservatore. Attorno a lei ruotano i figli (le due femmine sposarono una Giovanni Buffolini, l'altra il Dott. Fabrici) ed e tutto un gioco di sguardi : i fogli maggiori alle spalle dlla madre si volgono con fermezza al pittore che li sta ritraendo, quasi a voler dimostrare la loro maturita rispetto ai fratellini irrequieti e distratti, che in un mondo tutto loro seguono affascinati il percorso della bolla di sapone che si alza sopra le loro teste. E proprio qttraverso questo diversivo che il pittore si rende originale e riesce a donare al ritratto un maggior interesse narrativo, mentre la luminosita si rinsalda nel candore degli incarnati e delle stoffe, creando un piacevolissimo equilibrio cromatico. Fino al giugno 1998 il dipinto si trovava al Museo Morpurgo, ora è in Quadreria.

BIBLIOGRAFIA

Abrami W./ Resciniti L., Tischbein, August Anton, in I grandi vecchi Affetti. Ritratti di coppie e quadri di gruppo a Trieste, Trieste 1998