Ciclo della protesta n 3, dipinto, Vedova Emilio, XX

Oggetto
dipinto
Soggetto
non figurativo
Autore
Vedova Emilio (1919/ 2006)
Cronologia
1956
Misure
cm - altezza 200, larghezza 76
Codice scheda
OA_131777
Collocazione
Trieste (TS)
Palazzo Revoltella
Civico museo Revoltella

Informale.

Pubblicato solitamente con il titolo abbreviato di Ciclo della protesta n° 3, questo dipinto reca a tergo il talloncino della Biennale di Venezia del 1956 - dove venne esposto in una sala personale dedicata all'artista e fu acquistato dal Museo Revoltella - in cui è riportata la sua intitolazione per esteso, ossia Ciclo della protesta n° 3 - 1956 Brasile. Gli Uomini rossi. Ciò è particolarmente significativo per la lettura del dipinto poiché attesta l'origine dell'ispirazione, nata durante un soggiorno di Vedova in Brasile, compiuto assieme alla moglie Annabianca nel 1954. L'arista lo dipinse, però, nell'inverno tra il 1955 e il '56, quando, durante una vacanza in montagna sul Monte Terminillo (in provincia di Rieti), realizzò il "Ciclo della protesta pel Brasile". In America latina Vedova si era recato solo per partecipare alla II Biennale di San Paolo, ma l'assegnazione del Premio Morganti Foundation gli aveva permesso di fermarsi altri tre mesi, da gennaio a marzo. Qui era entrato in contatto con "una nuova geografia, vertigini di spazi "orizzontali" immensi. [...] Drammaticità della natura, gli uragani da giudizio universale, diluvi, le forze della natura, le foreste brulicanti, verde ossessivo a rotocalco" (Vedova 1960). Con l'incisore Livio Abramo, aveva visitato anche la parte più interna del Brasile, le piantagioni di caffè e le fazendas, dove aveva visto lavorare "uomini a quattro zampe [...] uomini rossi, la terra rossa cioè che tinge gli uomini dagli occhi azzurri" (ibidem). Quest'esperienza aveva alimentato in lui l'urgenza di protestare sia contro le ingiustizie viste in quei luoghi, sia contro le devastazioni e le umiliazioni subite dall'umanità intera, appena uscita da un'epoca di dittature e di guerra. L'aveva espressa tramite una pittura fortemente drammatica e gestuale, stilisticamente vicina alla precedente serie di tele, denominata Ciclo della natura (1953-54). Come quest'ultimo, anche il Ciclo della protesta (1953-56), nonostante la forza aggressiva del segno e del colore, non è assimilabile alle caotiche improvvisazioni informali, poiché in ogni pezzo della serie affiora un'architettura di segni, che fa dire all'autore "i miei lavori sono pieni di strutture" queste strutture sono strutture della mia coscienza" (Vedova 1962). Illuminanti, inoltre, per comprendere l'opera in esame sono le parole di Argan, che, nel presentare la sala personale di Vedova alla Biennale del '56, scrive: "Quadri della protesta", così Vedova chiama anche le sue cose più recenti: dunque sa che il suo "furor" può avere soltanto ragioni morali, che l'impegno sul contingente implica una superiore posizione di coscienza. Questo è il dramma della sua pittura: ché accade nei fatti, obbligandoci a intervenire e a scegliere, ci strappa alla contemplazione, ci riporta nell'attuale, ci costringe a fare. [...] Così anche tra i fatti (o i colori) i legami che contano hanno un senso morale: vi sono note che accusano e altre che perdonano, note che feriscono e altre che soccorrono, note che aggravano e altre che compensano. E ognuno di questi quadri è un bilancio, condotto con l'ansia che alla fine il male non abbia a segnare un punto sul bene perché" e questa è l'ultima "morale" della pittura di Vedova" ogni nuova opera è la prova che in questo mondo pieno d'oscuri conflitti, creare è ancora possibile" (Argan in XXVIII Esposizione biennale). Nell'esprimere questo suo furore creativo tramite forti contrasti di tinte accese e cupe e dinamiche stesure di colore, l'artista sembra attingere tanto dal passato" in particolare dalla pittura del conterraneo Tintoretto e dai futuristi" quanto dall'esperienza contingente, come rivelano i titoli delle sue opere. Diversi dipinti del "Ciclo della protesta" del 1956 recano, infatti, tra parentesi la scritta "Brasile", altri "Sicilia".

BIBLIOGRAFIA

Bressan N., Schede, in Il Museo Revoltella di Trieste, Vicenza 2004

Vedova E., Scontro di situazioni, in Il Verri, Milano 1962, n. 5, settembre

Vedova E., Pagine di diario, Milano 1960

XXVIII Esposizione biennale, XXVIII Esposizione biennale internazionale d'arte, Venezia 1956