L'abbeveratoio, dipinto, Palizzi Filippo, XIX

Oggetto
dipinto
Soggetto
paesaggio con bovari e contadine
Autore
Palizzi Filippo (1818/ 1899)
Cronologia
1874
Misure
cm - altezza 61.5, larghezza 90.5
Codice scheda
OA_131756
Collocazione
Trieste (TS)
Palazzo Revoltella
Civico museo Revoltella
Iscrizioni

in basso a destra: Filip. Palizzi 1874/ Napoli

Presso un abbeveratoio nella campagna ha luogo l'incontro tra i bovari che conducono una mandria di bovini a dissetarsi e due contadine, una giovane donna e una fanciulla, impegnate ad attingere l'acqua. La prima accosta il secchio che tiene sopra il capo alla bocca di uno degli uomini, in modo che questi possa bere senza scendere da cavallo. La ragazzina, che ha i piedi nell'acqua, tiene sollevata la veste per non bagnarsi e afferra un'anfora appoggiata sul muretto, mentre osserva un grosso cane bianco e nero a pelo lungo dissetarsi alla pozza.

Il 22 giugno 1874, "l'indoratore e negoziante di quadri" Giuseppe Schollian propone al Curatorio del Museo Revoltella l'acquisto di un dipinto di Filippo Palizzi, di sua proprietà, proveniente direttamente dallo studio dell'artista. In un primo momento il Curatorio esprime alcune perplessità sull'eventuale acquisto dell'opera, come chiaramente emerge dal verbale relativo alla seduta del 23 ottobre del 1874. Agli apprezzamenti di Giuseppe Lorenzo Gatteri e di Carlo Marussig, infatti, si contrappongono il deciso parere negativo di Luigi Tedeschi, che definisce "un difetto disgustoso quella massa di teste di bovi senza corpo che sta a sinistra del quadro" e l'opinione del Mauroner, che dichiara di aver visto opere migliori dipinte dallo stesso artista. In conclusione, a parità di voti, il parere favorevole del presidente del Curatorio, barone de Scrinzi, frutterà l'acquisto del quadro di Palizzi, la cui opera è rappresentata, al Museo Revoltella, anche da un secondo dipinto, Pastorella con capretta (1870), di recente acquisizione (2002). "[Il Curatorio] acquistò il bellissimo quadro del napoletano Palizzi, L'abbeveratoio - si legge in un articoletto del 1874 di un giornale locale, dedicato alle nuove acquisizioni del "neonato" Museo Revoltella - È veramente quest'ultima una tela degna d'ogni encomio, tanto per composizione, quanto per colorito e disegno: una mandria di bovi va a dissetarsi all'abbeveratoio in margine ad un rivo da cui una contadinella estrasse l'acqua per casa e si dispone in cammino, ma è fermata da un cavalcatore il quale dall'alto della sua cavalcatura si disseta al recipiente che la contadinella tiene sulla testa. È un quadro pieno di vita e di verità; una scena di vita delle più belle: i musi dei buoi sono per fattura veramente mirabili. Ancora una volta ci felicitiamo col curatorio del bellissimo acquisto" (s.n., "Il cittadino", 1874). Nello stesso anno dell'acquisto di quest'opera, il Curatorio decide di accogliere nelle collezioni del Museo un altro dipinto importante, il Paesaggio di Achille Vertunni che, con l'Abbeveratoio e le opere degli altri fratelli Palizzi (Francesco e Giuseppe), avrebbe sempre meglio documentato al Museo Revoltella la scuola meridionale, più tardi integrata con le rilevanti acquisizioni di Domenico Morelli (La preghiera di Maometto), di Francesco Paolo Michetti (Pastorelli, Contadino abruzzese, Contadini abbruzzesi), di Edoardo Dalbono (La canzone nova), di Bernardo Celentano (Riflessi) e di altri artisti ancora. L'interesse da parte del Curatorio per l'opera in questione è legato molto probabilmente ai numerosi riconoscimenti ottenuti dall'autore all'inizio degli anni Settanta nei territori asburgici, quando viene nominato giurato dell'Esposizione Universale di Vienna del 1873 e commendatore dell'I.R. Ordine di Francesco Giuseppe d'Austria. Dal punto di vista stilistico, si può mutuare il commento espresso da Baboni a proposito di un dipinto del 1872, Contemplazione, della Raccolta Gaetano Marzotto di Vicenza, e rivolto alle opere di Palizzi degli anni '70: "il meticoloso naturalismo di Filippo, sempre finalizzato all'approfondimento analitico di una realtà unitaria, si scioglie in più vibranti appoggi, tipici degli anni Settanta, senza nulla perdere in efficacia esecutiva ed in finezza di trasparenze" (Baboni 1994, p. 164). Del dipinto esiste anche uno studio preparatorio, Contadina di spalle con tinello in testa, conservato alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma, e una variante intitolata Paesaggio con animali e pastori (Napoli, coll. priv.), dove l'episodio centrale del quadro triestino funge da sfondo a una scenetta movimentata da diversi animali imbizzarriti.

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BIBLIOGRAFIA

Geroni L., Schede, in Il Museo Revoltella di Trieste, Vicenza 2004

Baboni A., Schede, in Capolavori dell'Ottocento dalla raccolta Gaetano Marzotta, Parma 1994