Nudo, dipinto, Cassinari Bruno, XX

Oggetto
dipinto
Soggetto
figura femminile nuda
Autore
Cassinari Bruno (1912/ 1992)
Cronologia
1948
Misure
cm - altezza 120, larghezza 79.5
Codice scheda
OA_131722
Collocazione
Trieste (TS)
Palazzo Revoltella
Civico museo Revoltella
Iscrizioni

in basso a destra: Cassinari / 48

Nudo femminile seduto su fondo verde.

Firmato e datato in basso a destra Cassinari 48, questo Nudo venne esposto per la prima volta, nello stesso 1948, nella sala XLI della Biennale di Venezia. Alla rassegna lagunare, che riapriva i battenti dopo sei anni di sospensione dovuti alla guerra, Cassinari figurava tra gli artisti invitati ed esponeva nove lavori del periodo 1942-48. Fu in quest'occasione che il Curatorio del Museo Revoltella già impegnatosi nell'acquisto del Bambino con l'anatra di Manzù e il Ritratto del pittore Carrà di Marino Marini - decise di acquistare il dipinto in esame, dirottando su di esso l'iniziale interesse per l'olio La madre (1948), opera capitale nella produzione di questo periodo, ma già richiesta dal MOMA di New York. Grazie alle trattative intercorse tra l'autore e Sbisà, il prezzo richiesto alla Biennale che, come documenta il talloncino posto a tergo dell'opera, era di 80.000 Lire fu abbassato a 50.000 Lire. Cassinari la dipinse in una fase molto importante del suo percorso artistico: dopo aver fatto parte del movimento di "Corrente" (1939-42) ed aver formato con Morlotti "la principale coppia di seminatori di scandalo di Milano e dintorni" (Podestà 1945), nel 1946 aveva aderito alla "Nuova Secessione Artistica Italiana", ma se n'era allontanato già l'anno successivo, quando quest'ultima si era trasformata nel "Fronte Nuovo delle Arti". Nello stesso '47 si era recato a Parigi con Birolli, Morosini e Treccani, e aveva vissuto l'impatto diretto con le ultime opere di Picasso, connotate da marcati segni ondulati, sovrastanti un intarsio di campi cromatici. A quest'esperienza si era aggiunta, nel '48, la visita alla grande mostra antologica di Rouault alla Kunsthaus di Zurigo, che aveva lasciato un'impronta evidente nelle sue icone femminili di quegli anni. Nella sua complessa cultura figurativa, le cui radici affondavano nel romanico emiliano della sua terra d'origine, questi modelli finirono per convivere pacificamente con l'amore per Modigliani, spesso puntualmente citato in certe figure femminili dal collo lungo (come Bianca del '46 e Lauretta del '47) e per Marino Marini, al quale rimandano i volumi semplificati e monumentali, nonché i segni incisivi che sfigurano le fisionomie dei volti. Queste "ferite", particolarmente evidenti anche nel dipinto del Revoltella, per Scialoja sono "tatuaggi di stile, un incidere cioè sul tessuto vivo dell'immagine plastica quasi un grafico, una cifra interiore: sono ganci, razzi lanciati verso un'espressione ignota" (Scialoja 1949, n. 12, p. 20). Nell'opera in esame ritorna uno dei temi preferiti dall'autore: il nudo, che egli sublima in "idolo archetipo della sensualità, dell'eros, della vitalità generante, nel quale ogni immagine della accidentalità d'esperienza si costituisce in distaccata e quasi solenne evidenza simbolica" (Crispolti 1986, p. 35). Presenti sin dagli esordi (La Zita nuda, 1931), ma particolarmente frequenti nella produzione del secondo dopoguerra (Nudo in rosso, 1946; Nudo nella cattedrale, 1947 ca), i nudi si fanno sempre più semplificati, talvolta mutili, a rappresentare "il grave affacciarsi di un'umanità franta e ferma, ostinata a riaffiorare il suo volto traverso il flagello delle ceneri, degli anni, degli schemi astratti come grigli di tortura" (Cassinari 1986, p. 130).

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BIBLIOGRAFIA

Bressan N., Schede, in Il Museo Revoltella di Trieste, Vicenza 2004

Cassinari, Cassinari, Milano 1986

Crispolti E., Caratteristiche e componenti di un immaginario pittorico, in Cassinari, Milano 1986

Scialoja T., Bruno Cassinari, in L'immagine, 1949, II, n. 12

Podestà A., Genova. Cassinari e Morlotti all'Isola, in Emporium, Bergamo 1945, 102

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