in basso a sinistra: P. Saltini / 1875
Seduti presso il focolare quattro bambini di età diverse ascoltano incantati, letteralmente a bocca aperta, la storia raccontata dalla nonna, che alla narrazione affianca una espressiva mimica facciale e una vivace gestualità. Alle loro spalle la mamma osserva la scena divertita.
È uno dei dipinti più noti dell'artista fiorentino: premiato con la medaglia di bronzo all'Esposizione di Firenze del 1876, quando era già di proprietà del Museo Revoltella che l'aveva acquistato l'anno precedente, è stato più volte riprodotto. La Società triestina di Belle Arti ne fece ad esempio una copia fotografica da regalare ai propri soci. Mentre l'autore con lo stesso soggetto dipinse un acquerello, venduto all'asta a Monaco nel 1908 dalla galleria Hugo Helbing, acquistato da Francesco Kalister di Trieste (1839-1901). Fu proposto al Curatorio per l'acquisto dalla Consulta artistica del Museo allora composta da Scomparini, Da Paul, Zuccaro che l'aveva notato all'esposizione della Società triestina di Belle Arti dell'ottobre 1875 e lo definiva: "di stupenda esecuzione e di sorprendente rilievo, accuratissimo nel disegno. Se vi è una menda sarebbe di essere un po' monotono nel colore. La sottoscritta Consulta però trova di proporlo pel primo come opera degna di essere acquistata." (MCR, Arc. Amm. n. 74, 5.10.1875). "Un'egloga di dolcezza domestica. [...] Chi non la ricorda, codesta graziosa pittura fiamminga che, egli pure tentò di rendere anche più fiamminga ricomponendola illuminata dalla luce rossastra del focolare, dall'altare domestico, come un gioiello di Van Ostade? E chi, fissandola un poco, non ode l'avventura misteriosa e la voce comicamente solenne che esce dalle labbra della nonna?": così Mario Foresi commentava nel 1910 il quadro considerandolo il primo capolavoro, grazie al quale Saltini ebbe la sua consacrazione nel tempio dell'arte. Effettivamente spicca la minuzia descrittiva dell'ambiente e la vivace espressività dei suoi personaggi; il realismo più che fiammingo dell'insieme rende partecipe lo spettatore della curiosità dei bambini completamente rapiti dal racconto della nonna, e dell'affettuoso sorriso della madre, che continuando le sue faccende domestiche veglia sui piccoli. Di Pietro Saltini, il Museo Revoltella possedeva un altro dipinto, Fra due amici, un intimo delicato colloquio tra un vecchio e il suo gatto: preso dai tedeschi nel 1943 per collocarlo in un loro ufficio nel Palazzo di Giustizia, pare venisse acquistato da un collezionista che ne ignorava la provenienza (cfr. Da restutuire al Museo Revoltella, "Il Piccolo della Sera, Trieste 4 febbraio 1961). Da una lettera di un nipote del pittore, Marcello Saltini, del 1.01.1984 all'allora direttore del Museo Giulio Montenero, risulta che Pietro Saltini aveva un fitta corrispondenza (conservata dal nipote medesimo), con il letterato di origine triestina, trasferitosi a Firenze, Giulio Caprin. In una di queste lettere il pittore fiorentino riferirebbe della proposta di acquisto fatta al Museo Revoltella del suo dipinto intitolato L'elemosina; proposta rifiutata con l'osservazione che il dipinto "era su tela grossa". L'Elemosina passa quindi alla Galleria d'Arte Moderna di Firenze.
Fasolato P., Schede, in Il Museo Revoltella di Trieste, Vicenza 2004