Allegoria della navigazione, dipinto, Makart Hans, XIX

Oggetto
dipinto
Soggetto
allegoria della navigazione
Autore
Makart Hans (1840/ 1884)
Cronologia
1879
Misure
cm - altezza 66.5, larghezza 286
Codice scheda
OA_131705
Collocazione
Trieste (TS)
Palazzo Revoltella
Civico museo Revoltella
Iscrizioni

in basso a destra: HM

Il dipinto raffigura un corteo allegorico in costumi rinascimentali, che inneggia al Lloyd austroungarico e alla navigazione sul Danubio. Al centro della composizione figurano tre quadriglie di cavalli, precedute da un battistrada a cavallo, che trainano un grande carro. Sulla parte anteriore del carro siedono due donne che rappresentano le scienze nautiche e il commercio. Al centro del carro è installata una caravella. Seguono della figure in costume orientale che rappresentano i continenti lontani. Il corteo viene chiuso da un seguito di marinai.

Il dipinto è stato acquistato dal Museo nel 1901. Dai verbali del Curatorio (4 maggio 1901) si apprende che esso fu acquistato per L. 5000, all'asta del principe di Sirigliano, a Napoli. In precedenza (9 dicembre 1884) il Curatorio aveva mostrato già un certo interesse per le opere dell'artista tedesco, morto qualche anno prima. Un documento dell'archivio amministrativo del museo registra infatti la segnalazione di due sue opere in vendita alla Künstlerhaus di Vienna (Baccanti e Abbondanza del mare e della terra). Nello stesso documento, inoltre, si avvisa che in gennaio lo studio di Makart verrà messo in vendita e che ci sarà un'esposizione delle sue opere. Il riferimento è senza dubbio all'asta svoltasi a Vienna, nel marzo 1885, pochi mesi dopo la morte di Makart (cfr. Katalog der Makart Ausstellung im Künstlerhaus, Wien, 1885 e A.Ilg, In der Makart Austellung, in "Die Presse", Wien, 29 gennaio 1885; Katalog des küntslerischen Nachlasses. Hans Makarts Auktion, Wien, 1885; Makart Auction, in "Die Neue Freie Presse", Wien, 21, 26, 28 marzo1885). Il dipinto acquistato nel 1901 è presumibilmente l'unica opera dell'artista austriaco presente in un Museo italiano. Esso fu ideato da Makart nel 1878 in occasione dei festeggiamenti per le nozze d'argento della coppia imperiale. Il 10 dicembre1878 il sindaco di Vienna Julius von Newald aveva istituito una commissione responsabile della preparazione dei festeggiamenti e dei cortei che avrebbero avuto luogo in onore delle nozze d'argento della coppia imperiale il 24 aprile 1879. La rappresentanza della società artistica alla quale si era rivolto il sindaco, aveva eletto Makart e lo scultore Karl Kundmann, insieme al pittore Friedrich Schilcher e agli architetti Andreas Streit e Otto Wagner, come rappresentanti della commissione per il corteo. Makart dipinse in rapida sequenza 35 progetti di corteo dei quali 19 vennero esposti alla fine di gennaio nel vecchio municipio e altri 27 pannelli, 14 giorni più tardi. Tutti i progetti potevano essere visionati nella Künstlerhaus. Egli scelse di rappresentare i gruppi in costume rinascimentale ovvero di "rivestire il presente dei panni del passato." (Frodl) I gruppi tecnico-industriali, come questo riferito alla navigazione a vapore, vengono dunque a rappresentare i progressi del presente: i costumi d'epoca dei gruppi raffiguranti la ferrovia e la navigazione a vapore non sono da intendersi come un anacronismo, come fuga dal presente, ma come una forma di fiducia nel progresso del presente attraverso l'evoluzione della storia. Le conquiste tecnologiche del presente sono poste in relazione, sono considerate positivisticamente come un risultato dello sviluppo della cultura borghese. I bozzetti dunque si configurano come una rappresentazione della fiducia nel futuro della borghesia viennese di fine ottocento. Un'interpretazione che trova conferma nella loro destinazione, a festeggiamenti conclusi: secondo i progetti del Consiglio Comunale di Vienna, che li aveva commissionati, i bozzetti dovevano essere utilizzati come decorazione della sala di rappresentanza del Nuovo Municipio di Vienna. Del resto, Makart stesso conclusosi il corteo, rifinì tutti i bozzetti e li siglò H.M., conferendo loro in tal modo un'autonomia nuova rispetto all'opera tradizionalmente concepita.

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BIBLIOGRAFIA

Tiddia A., Schede, in Il Museo Revoltella di Trieste, Vicenza 2004