Gli ambasciatori veneti ricevuti da Carlo 6, dipinto

Oggetto
dipinto
Soggetto
ambasciatori veneti ricevuti da Carlo VI
Autore
Beda Francesco (1840/ 1900)
Cronologia
1858
Misure
cm - altezza 87, larghezza 123
Codice scheda
OA_131690
Collocazione
Trieste (TS)
Palazzo Revoltella
Civico museo Revoltella
Iscrizioni

La scena raffigura gli ambasciatori delle province venete adriatiche in conferenza ufficiale con l'imperatore, ospite a Trieste. Il sovrano assiso in un trono sopraelevato posto sulla destra riceve l'omaggio dei dignitari, tutti abbigliato con sontuose vesti di rappresentanza accuratamente descritte al pari dei particolari dell'arredo del salone che ospita l'incontro.

L'opera costituisce una delle ultime commissioni del barone Revoltella, morto nel 1869, e conclude, con il suo pendant, Raffaele Zovenzoni e Federico III di Augusto Tominz, il "ciclo pittorico" dedicato a quattro episodi di storia triestina, iniziato con la Dedizione e il Portofranco di Cesare Dell'Acqua. Il soggetto si riferisce all'incontro ufficiale, avvenuto a Trieste nel 1728, degli ambasciatori veneti con l'imperatore Carlo VI. L'opera, che costituiva una prova di rilevante impegno per Beda, resta a tutt'oggi il dipinto più importante del suo rarefatto catalogo e una testimonianza fondamentale per l'analisi del suo linguaggio pittorico. L'incontro viene immaginato da Beda in un edificio religioso, probabilmente il vescovado di Trieste, poiché gli arredi mostrano le insegne pontificie e i dipinti alle pareti raffigurano ritratti di papi e vescovi: l'artista doveva aver recuperato la notizia leggendo qualche resoconto contemporaneo dell'avvenimento. Se la struttura del dipinto, per l'inquadratura "angolare" dello stanzone e la perspicua distribuzione dei figuranti, denuncia l'ausilio di strumenti ottici di riproduzione in fase compositiva, la resa pittorica di stretta impronta accademica, come rivela ad esempio il sorvegliato panneggiare del dignitario in mantello verde e l'idea dello sgabello con l'emblema pontificio, isolato sulla sinistra in un accentuato primo piano a risolvere, in maniera un po' troppo smaccata, il problema della scansione dei piani. Più meticolosamente attenta e articolata la distribuzione dei lumi che prevede diversi gradi e si presta a sottolineare la ripartizione "gerarchica" dei convenuti, mentre nella regia della scena e nel gusto per i lustri e i virtuosismi cromatici, l'artista rivela la conoscenza di esemplari fiammingo - olandesi sei - settecenteschi.

BIBLIOGRAFIA

Museo Revoltella Trieste, Il Museo Revoltella di Trieste, Vicenza 2004