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retro: interrupta opus
Possente torso maschile con tracce di doratura.
Dopo la morte dell'artista alcune sue opere sono state donate dagli eredi ai più importanti musei della regione. Al Museo Revoltella sono state destinate Pietà, La straniera, Mezzo busto di donna frontale, Volto di vecchio oltre a Torso d'inverno. La presenza in museo del bronzo soddisfa un giovanile desiderio dell'artista che già nel 1929 inviò una lettera all'allora direttore (CMR, Arch. Amm., 28.01.1929) sollecitando l'acquisto e la presenza di alcune sue opere nella città di origine. Mario Ceconi era nato infatti a Trieste, dove il padre, noto costruttore friulano, aveva la sede della sua attività. Dopo i primi corsi di pittura, Ceconi si avvicinò alla scultura da autodidatta dimostrando da subito un grande interesse per i capolavori di Donatello e Michelangelo rivisti in chiave moderna attraverso l'operato di Rodin. Lo studio del nudo lo impegnò già nei primi anni di attività quando realizzò, oltre a una serie di schizzi a matita e sanguigna, un Torso a grandezza naturale «esemplando l'Antico e il torso virile di casa Buonarotti» (Mario Ceconi, 1994 p. 103). Dopo la parentesi bellica che lo vide impegnato da volontario, tornò alla scultura abbandonando lo stile del non finito adottato precedentemente per dedicarsi soprattutto alla ritrattistica monumentale e privata, rese secondo le mode degli anni Trenta. Risulta curiosa la scelta dell'artista di confrontarsi di nuovo con il tema del nudo presentando alla Biennale del 1936 due torsi in gesso poi fusi in bronzo rifiutati per motivi di "morale". Si tratta dell'Autunno, di proprietà del Civico Museo d'arte di Pordenone e dell'Inverno che per il gigantismo e l'accentuazione della massa muscolare rimandano al «non finito michelangiolesco dei Prigioni e alla lettura fattane da Rodin» (Mario Ceconi,1994, p. 103).
Coslovich B., Schede, in Il Museo Revoltella di Trieste, Vicenza 2004
Mario Ceconi, Mario Ceconi di Montececon: sculture dall'ombra 1912-1970, Udine 1994